Acqua della falda in calo «Effetto Pedemontana»
Il tracciato della pedemontana taglia completamente in due l’area di approvvigionamento idrico delle falde acquifere del Veneto danneggiando il Sile.Questo il tema discusso martedì sera al centro anziani S. Martino di Vedelago: l’hashtag era #salviamoilsalvabile. Al centro della discussione accompagnata dai due tecnici forestali, Morena Bragagnolo e Fabio Cogo, eco-imprenditore di Barbasso srl, la tematica della tutela delle falde acquifere e i progetti che l’Ue ha finanziato per “ricostruire ecologie territoriali” da Treviso fino alla pianura Alto vicentina. «Questa volta l’acqua manca veramente», fanno notare i due tecnici, «ogni anno la nostra pianura perde circa 1 milione di metri cubi d’acqua”. Un dato in linea con un andamento negativo che ha avuto inizio alla fine degli anni ’70. “Il problema relativo alle nostre acque di falda”, spiegano i due, “si cela nella morfologia del nostro terreno: poggiamo infatti su di un materasso alluvionale estremamente delicato e suscettibile all’urbanizzazione”. La vulnerabilità intrinseca dei nostri territori: da Treviso nord fino a Bassano -praticamente il percorso della Pedemontana Veneta- è da sempre in zona rossa. “Tutta quest’area è il bacino d’infiltrazione per eccellenza delle acque di falda”, spiegano Morena e Fabio, “la stessa area viene completamente attraversata dalla Pedemontana Veneta, scavata in trincea»,reando dei scompensi che già oggi si possono riscontrare nelle secche del fiume Sile”. Manca l’acqua perché ormai, gli scompensi urbanistici, sono al #salviamoilsalvabile. —
Elia Cavarzan
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