Accordo sui bus capienza all’80 % Mom: «Impossibile verificare il carico»

Trattative a oltranza Regioni-governo: l’accordo sulla capienza massima dei mezzi nel trasporto scolastico, è stato trovato ieri in tarda serata nella Conferenza unificata. L’intesa riguarda una capienza massima dell'80% che può arrivare al 100% per distanze al di sotto dei 15 minuti e uno stanziamento di 150 milioni per comuni e province. Mobilità di Marca è scettica e attacca il Governo sul versante delle responsabilità. «Intanto per cominciare di 150 milioni per tutta Italia non ce ne facciamo nulla o troppo poco. È solo un inizio, ma è scarso». Giacomo Colladon, alla guida dell’azienda di trasporto Mom, entra nel merito della capienza: «Va bene l’80 per cento, ok. Ma la difficoltà, adesso che la diamo per assodata, è garantirla. Chi controlla? Di chi è la responsabilità? L’autista non può averla e non se la prende, tanto meno l’azienda di trasporto». Prosegue: «L’autista deve fare l’autista e non il contabile e non è imputato nelle responsabilità dell’azienda. Le problematiche sono reali e sono tante. Io non posso essere contemporaneamente su 500 autobus. Se arriva un mezzo con capienza 100 persone che ne ha già 70 sedute e alla fermata ce ne sono altre 40. Cosa si fa? I controllori devono fare altro. Accessi in base agli abbonamenti? Impossibile». Sugli scuolabus, fa capire, è più semplice “contare”. Altra partita è quella relativa al distanziamento nelle navette, ma urbano di linea ed extraurbano restano un nodo aperto. Nel mentre, le aziende di scuolabus pensano pure a misurare la temperatura dei bambini, ma lo stallo delle ultime settimane ha impedito la pianificazione del lavoro. Mom per le navette scolastiche – destinazione gli istituti di San Pelajo e viale Europa – aveva già deciso da giorni di adottare la capienza ridotta, affidando il controllo a un moviere. Mom vorrebbe ampliare il servizio, facendo leva sul privato e calcolando un esborso da 1,5 milioni di euro. Ma le tempistiche non aiutano. «Stiamo ricevendo dalle scuole gli elenchi con le provenienze dei ragazzi», prosegue il presidente di Mom. E cosa ne pensano altre aziende di trasporto, direttamente interessate alla ripartenza della scuola? La Marcon Rdm, che serve una decina di Comuni dell’Opitergino ed extra provincia, ha deciso di utilizzare un termoscanner per misurare la temperatura dei bambini: «Ci penserà l’autista», spiega la co-titolare Roberta Marcon, «lo scolaro che eventualmente dovesse averla superiore ai 37,5 verrà affidato al genitore». Quanto alla capienza: «L’80% per noi non sarebbe un problema. L’unico vero problema è stato il ritardo, la nebbia fitta delle ultime settimane. I Comuni interessati dal servizio aspettano protocolli certi. Così non possiamo ancora contare su una raccolta precisa delle adesioni». Adriano Battistuzzi, della Battistuzzi Autoservizi, non è il tipo che fa polemica: «Sono fra quelli che i problemi cercano di risolverli invece di crearne di nuovi», esordisce Battistuzzi, «Ogni giorno ci è giunta voce di un parere diverso, ma ci adegueremo senza problemi ai protocolli richiesti. Abbiamo 50 mezzi, operiamo con una decina di Comuni della Sinistra Piave. Ci stiamo organizzando, in base alle necessità dei vari Comuni. Di certo il distanziamento non ci preoccupa: per i tragitti più brevi, copriremo il percorso in più tranche e con più mezzi». Il guaio vero è stato l’attesa. Settimane di stallo che hanno complicato tutto. —
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