Accordo per l’area stazione il grande polo dei trasporti

Un anno, da qui a dicembre 2015, per il masterplan. E all’inizio del 2016 un bando europeo. Nasce ufficialmente la nuova area della stazione ferroviaria di Treviso. E prende forma, nella versione del futuro, aperta anche a Sud, su San Zeno e San Lazzaro. Senza il cavalcavia, e con annessa la nuova stazione della corriere. E attorno, nella lunga striscia ad ovest che arriva fino a viale Orelans, da poste ferrovia all’ultimo parcheggio, sorgeranno servizi, uffici, park, un ostello, strutture. Il nuovo polo intermodale ferro/gomma della città.
«Disegniamo il futuro della città, è un fatto epocale» ha detto ieri Manildo, in una conferenza stampa all’ora di cena all’ora di cena. E l’assessore Paolo Camolei (foto sotto) l’ha puntualizzata: «Una rivoluzione urbanistica, della viabilità, delle funzioni di un’area della città» .
Domattina l’assessore Camolei firma l’accordo: un protocollo d’intesa, con le Ferrovie. O meglio, con le 5 società (Rfi, Logistica, Trenitalia, Sistemi Urbani, Stazioni).
L’area interessata è enorme, va dal cavalcavia al passaggio a livello di viale Orleans a nord dei binari, e dalle officine di via Dandolo al varco da via Polo a sud. Un terzo polo della città, fra intermodalità, servizi, parcheggi e logistica, con la nuova stazione delle autocorriere che dovrà liberare l’attuale stazione di Lungosile Mattei: c’è già chi in Comune parla di «Treviso 3», riferendosi alla Treviso 2 di Botta & De Poli all’ex Appiani .
Non solo: il protocollo prevede la riqualificazione anche di altri due poli ferroviari strategici per la città: l’ex Scalo Motta e l’ex stazionetta di Santi Quaranta (adiacente all’ex caserma Piave). «Il Comune diventa regista, artefice del cambiamento»; hanno sottolineato il sindaco Manildo e l’assessore Camolei, «il masterplan sarà allargato poi ai contenitori vuoti davanti alla stazione, il bastione Camuzzi e l’ex Cuor, con un interfaccia alle rispettive proprietà» E nel gruppo di lavoro del masterplan, nel 1015, lavoreranno anche 2 professori dello Iuav, specialisti di rigenerazione urbana, uno di Ca’ Foscari, esperto in finanze, e un architetto nominato dall’Ordine di Treviso.
Un passaggio decisivo. Fra un anno, o poco più, partirà il bando europeo e il business plan, con un atto di indirizzo che non sarà urbanistico , ma di visione sull’intero quadrante. E le risorse? Manildo e Camolei non si fanno illusioni. «Vanno percorsi tutti gli spazi possibili, dai fondi Ue alle permute, dai fondi per la viabilità a quelli per l’abbattimento delle barriere», hanno risposto, «contiamo sull’apporto dello specialista di Ca’ Foscari. Ma non sarà un libro dei sogni».
I punti focali del piano sono una decina. La nuova stazione delle corriere. L’eliminazione del cavalcavia della stazione, uno dei sogni più ricorrenti della amministrazioni cittadine, sin dai tempi della Dc e poi della Lega, già nei primi anni di Gentilini. La «cucitura» fra centro storico e il sud della città. La futura linea ferroviaria tra la stazione e l’aeroporto. Lo sfruttamento di due aree strategiche come lo scalo Motta e l’area della stazione di Santi Quaranta, complessivamente poco meno di 200 mila metri quadri. E l’idea dell’ostello, che era stato inizialmente pensato dalla giunta Manildo in via Dandolo, in un immobile, che dopo il fallimento della trattativa per l’immobile può riemergere, sempre adiacente alla stazione.
Chiaro l’intento della giunta Manildo: varare un’operazione «spartiacque» con il passato, in grado di disegnare davvero il futuro di un cuore della città. L’area stazione è destinata a diventare un superpolo di trasporti, park, strutture ricettive, uffici, negozi, servizi, che si allarga a bastioni e lungosile con il bastione Camuzzi e a est al complesso dell’ex Cuor (con le officine ex Siamic) reinventati. E non si deve dimenticare che su questi contenitori sono già stati presentati alla giunta modernissimi progetto di riqualificazione, e che alcuni recano le firme di notissimi professionisti trevigiani, da Trabucco a Barbin.
Sul piano strettamente logistico e della mobilità alternativa, è chiaro anche come i progetti di scalo Motta e Santi Quaranta, uniti al nuovo collegamento con l’aeroporto, siano gli embrioni di una futura micro-metropolitana cittadina destinata a diventare parte del sistema regionale del sistema regionale del metrò di superficie (sfmr). E nel Pat era spuntato anche il tram lungo le mura...
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