«Accendo le luminarie anche se siamo chiusi la magia non si spegne»

Giuliano e Celeste Tonon gestiscono il ristorante di Venegazzù Il 25 dicembre “da Celeste” sarà aperto e offrirà un menù classico 

volpago

Il fantasma del Natale passato si aggira tra i tavoli vuoti soprattutto di sera, quando il ristorante è chiuso ma le luminarie restano accese, perché così hanno voluto i titolari: «Un segno di speranza per tutti, alle luci e all’atmosfera non rinunciamo». Da Celeste, Venegazzù di Volpago, all’ombra del Montello: decreto natalizio alla mano, il 25 e 26 dicembre e il primo gennaio potrebbe lavorare solo per i 10 mila abitanti del Comune. La decisione è di rimanere aperti lo stesso, per dare un servizio alla popolazione, ma i tempi del tutto esaurito sembrano ormai un lontano ricordo.

Eppure fino a qualche settimana fa sembrava che per Natale le cose sarebbero andate meglio. «Anzi, succedeva l’opposto: in tanti prenotavano da noi perché rinunciavano a viaggi lontani o alla vacanza fuori porta, e preferivano fare un giorno di festa vicino a casa» ricorda Giuliano Tonon, gestore del ristorante assieme al fratello Celeste. «A Natale abbiamo sempre fatto il pienone, quest’anno avevamo già 150 persone prenotate, arrivavano da tutto il Veneto, da Treviso e Conegliano ma anche da Padova. Da qualche giorno hanno iniziato a chiederci cosa succederà, aspettano ancora un po’ prima di cancellare perché non è mai escluso qualche ripensamento del governo, che potrebbe cambiare le carte in tavola all’ultimo momento. Abbiamo ricevuto prenotazioni da chi aveva deciso di andare più lontano ma resterà qui, in paese. Pensiamo di fare un menu sempre tipico». Mai pensato di chiudere? «No, diamo la possibilità anche a chi vive in Comune di festeggiare, è un motivo in più per dire di fare il Natale fuori casa, al ristorante. Sarebbe un affronto dire che chiudiamo: non daremmo valore ai nostri compaesani. Anzi. Faremo anche un meno per l’asporto, particolare, con aperitivo, antipasto, primo e secondo, ragionando bene perché le persone possano festeggiare anche a casa. Da tradizione, il menu di Natale è semplice e con i piatti tipici della nostra zona: cappone, bolliti, radicchio, tortellini, castagne». Non ci saranno le centinaia di clienti degli anni scorsi, non ci saranno le tavolate con figli, nonni e zii, l’umore anche in quei giorni di festa sarà tendente al grigio. Ma Giuliano e Celeste provano lo stesso a risollevare il morale della truppa: «Abbiamo fatto gli addobbi lo stesso, come ogni anno, accendendo le luminarie anche all’esterno. Di sera siamo chiusi e non servirebbero, però abbiamo pensato che le persone quando le vedono almeno pensano ai giorni di festa, e si ricordano di com’erano tutti gli altri natali. All’atmosfera almeno nessuno ci ha detto di rinunciare». —



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