A Vittorio Veneto 35 mila in festa per gli eroi della Fanteria

Vittorio Veneto. Commozione nel ricordo dei caduti su Carso, Grappa, Piave e ad Asiago
allegranzi Vittorio Veneto Sfilata fanti
allegranzi Vittorio Veneto Sfilata fanti

VITTORIO VENETO. Prova superata, nonostante i gufi. Ben 35 mila persone, di cui 17 mila fanti, hanno partecipato al primo dei sei raduni del Centenario, nella “città santa della pace”, Vittorio Veneto.

«Mai vista una partecipazione di fanti così numerosa e un’accoglienza tanto calorosa», ha chiosato il presidente nazionale dell’arma, Gianni Stucchi.

I Fanti a Vittorio, il raduno dall'alto


E la Fanteria, 359.312 morti cento anni fa, il 68 per cento dei caduti, si porta a casa il conio di “regina delle battaglie”, come l’ha definita in un messaggio il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

Conio subito ripreso dal sindaco di Vittorio Veneto Roberto Tonon e dal governatore del Veneto Luca Zaia.

Casco nero in testa, i fanti hanno accompagnato in città quei loro commilitoni che 100 anni fa non erano riusciti ad arrivarci, perché morti sul fronte (addirittura 480 mila, compresi quelli rimasti ignoti). Di una commozione unica il silenzio in cui le oltre 480 sezioni di tutta Italia hanno sfilato dietro le insegne delle 316 brigate. Sul palco, davanti ai maxitricolori di piazza del Popolo, oltre a Zaia, Tonon, con tutta la giunta, Stucchi, il generale Paolo Serra, del Comando Nordest, il prefetto Laura Lega, l’europarlamentare Giancarlo Scottà, numerosi sindaci, i rappresentanti della Provincia di Treviso e di tutte le forze dell’ordine, oltre che degli altri corpi militari. Ad aprire le cerimonie erano state una compagnia di lagunari e la banda della Folgore, passate in rassegna da Zaia e da Serra.

Poi l’arrivo dei gonfaloni di Vittorio Veneto e della Regione Veneto, e del labaro dei Fanti. Lorenzo Cadeddu, colonello della riserva e saggista, si è lasciato catturare dalla commozione quando ha letto il messaggio del presidente Mattarella, facendo memoria dei «durissimi anni» in cui i fanti vissero «l’esperienza più tragica», dal Carso all’altopiano di Asiago, dal monte Grappa al Piave. Il Capo dello Stato ha colto l’opportunità di un deferente pensiero «a quanti negli anni a seguire hanno sacrificato la vita» per la Patria facendo scrivere alla «regina delle battaglie» molte «tra le più gloriose pagine della storia nazionale». Ha pure onorato i militari in congedo che «non hanno smesso di offrire il loro quotidiano contributo per il bene del Paese».

Quindi lo sfilamento. Da piazza Foro Boario fino a Salsa, lungo viale della Vittoria, e il ritorno verso piazza Medaglie d’oro, per via Galilei. Le rappresentanze d’arma hanno aperto il corteo, fra gli applausi dei 20 mila che si riparavano all’ombra degli alberi. Poi i fanti, con i labari delle sezioni, dagli Arditi d’Italia ai paracadutisti Santa Lucia di Piave, ai Lupi di toscana, agli allievi “Nunziatella” di Napoli. Quindi, la memoria dei soldati ignoti, e a seguire la sfilata delle varie Brigate, con i numero dei caduti, i luoghi di combattimento, le medaglie. I fanti hanno voluto con loro anche una rappresentanza di studenti trevigiani. Intanto tre biplani della Grande guerra sorvolavano lasciando una scia tricolore. Un ricordo particolare per la brigata Bisagno che ha liberato Conegliano e di cui faceva parte anche Brandolino Brandolini d’Adda, unico parlamentare combattente. Una grandinata di applausi al passaggio di Enrico Vanzini, 96 anni di Tezze sul Brenta , sopravvissuto al campo di concentramento di Dachau e di Pasquale Trabucco che sta facendo il giro d’Italia a piedi. Un battimani carico di nostalgia per una rappresentanza del Quinto Corpo d’Armata. Dopo il passaggio del testimone a Bergamo, dove si terrà il prossimo raduno, l’ammaina bandiera con la brigata Mantova schierata. Intanto i due sindaci di Vittorio Veneto e Mogliano, Roberto Tonon e Carola Arena, hanno sottoscritto un “Patto di amicizia” tra i due comuni, proprio prendendo spunto dalle celebrazioni per il centenario della fine della grande guerra.

«Questa è un’ottima occasione per suggellare un’amicizia vera tra le nostre due comunità, ed è questo, infatti, il senso del patto sottoscritto oggi. Nuovi legami che vogliamo sviluppare sul piano sociale, culturale, economico, mettendo a confronto soprattutto i nostri giovani. Siamo sicuri che da questo confronto potranno nascere vere occasioni di sviluppo sociale delle nostre comunità», hanno affermato i sindaci Tonon e Arena.
 

 

 

 

Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso