A Treviso il vescovo Gardin verso la pensione Pizziolo e Dal Cin in pole position

TREVISO. Il 2019 porterà un nuovo vescovo alla guida della diocesi di Treviso? Il 15 marzo monsignor Gianfranco Agostino Gardin compie i 75 anni, che fanno scattare la pensione per il servizio attivo degli ecclesiastici. E inevitabilmente, a meno di tre mesi dal compleanno di monsignor Gardin, sono scattati i rumors anche nella Marca sul possibile suo successore. Anche se in episcopio a Treviso c’è chi ricorda come la nomina potrebbe non essere immediata, visto anche il precedente di monsignor Magnani, che rimase quasi due anni dopo aver maturato l’età per la “quiescenza”. Ma i bene informati assicurano che i prossimi mesi vedranno la successione, all’interno di un più vasto rinnovamento delle Diocesi con titolari pensionabili come appunto il sanpolese Gardin, al timone della diocesi trevigiana dall’ultimo scorcio del 2009. E in pole position, stando alle indiscrezioni più accreditate, ci sarebbero due ecclesiastici trevigiani. Il primo è monsignor Corrado Pizzioio, attuale vescovo di Vittorio Veneto, dove si è insediato a fine 2007; il secondo è un autentico emergente della Chiesa italiana: Fabio Dal Cin, arcivescovo di Loreto e nunzio pontificio.
Pizziolo sta per compiere 70 anni, e potrebbe dunque chiudere la sua carriere alla guida della diocesi natìa (è di Scandolara di Zero Branco). Dal Cin, invece, è uno degli arcivescovi più giovani d’Italia (ha “soltanto” 53 anni, ed è nato a Sarmede, sotto il Cansiglio), ed è anche delegato pontificio per la basilica di Sant’Antonio. È ritenuto uno dei volti nuovi a livello nazionale, e gode di vasta considerazione ai vertici del Vaticano. Il suo arrivo avrebbe un fortissimo significato anche dal punto di vista territoriale, oltre che anagrafico, proprio per il suo fortissimo legame con il Veneto, ribadito dalla nomina “patavina”.
RISIKO A NORDEST? Ma l’eventuale successione nella Diocesi di Treviso potrebbe far scattare anche un piccolo “risiko” vescovile a Nordest.
E due sono i nomi su cui gli osservatori e gli esperti delle dinamiche ecclesiastiche del Triveneto mettono gli occhi già adesso: l’arcivescovo di Gorizia, Carlo Roberto Maria Redaelli, e il vescovo di Pordenone-Concordia Sagittaria, Giuseppe Pellegrini. Più difficile venga spostato il vescovo di Belluno, Renato Marangoni, 60 anni, trevigiano di Crespano del Grappa, che si è insediato da poco tempo. E in questo eventuale risiko spunta il nome di un altro trevigiano che potrebbe venir nominato vescovo, a coprire l’eventuale posto che si dovesse liberare: quello di Adriano Cevolotto, 60 anni, roncadese, dal 2014 vicario diocesano e anch’egli dato in forte ascesa.
Non sarebbe del resto il primo neo-vescovo trevigiano che si insedia in altra diocesi del Veneto o del Friuli. Fra i precedenti, c’è quello di monsignor Gilberto Danniel, che venne nominato vescovo a Chioggia.
EFFETTO SORPRESA. L’ultima incognita riguarda le nomine inattese di papa Bergoglio, come quella che vive l’inatteso approdo di padre Cipolla a Padova, quando tutte le indiscrezioni davano per certo l’arrivo dell’arcivescovo Redaelli (vedi i corsi e i ricorsi) da Gorizia. Poi, a scompaginare tutte le previsioni, arrivò la nomina.
Anche per questo, visto la tendenza di papa Francesco a spiazzare tutti con le sue scelte e le sue decisioni, premiando come linea i preti più impegnati sul fronte degli ultimi, dei più bisognosi, c’è chi assicura che potrebbero esserci altre sorprese ancora sulla scacchiera della Chiesa.
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