A Treviso gli anziani più sani, attivi e colti: «Questo il luogo dove invecchiare meglio»

TREVISO. La Marca “gioiosa et amorosa” e proprio per questo più longeva. L’aspettativa di vita delle trevigiane supera gli 85 anni, quella dei trevigiani gli 80. Dati ben al di sopra delle media nazionale. Il primato è noto, le cause del fenomeno un po’meno. A svelarle ci ha pensato il dottor Maurizio Gallucci coordinatore dei Centri per i disturbi cognitivi e demenze dell’Usl 2 che ha condotto lo studio Trelong insieme a Forgei, la fondazione per la Ricerca geriatrica interdisciplinare.
LO STUDIO. Si tratta di una ricerca unica nel suo genere a livello internazionale, avviata nel 2002 arruolando 700 anziani ultrasettantenni residenti nel Comune di Treviso, per ricercare e studiare i fattori della longevità. I risultati saranno presentati oggi alle 17. 30 al Seminario Vescovile in occasione di una conferenza promossa dall’Ateneo di Treviso.
«Abbiamo analizzato i temi della fragilità e dell’invecchiamento con successo, cioè largamente privo di episodi negativi quali malattia, disabilità e perdita dell’autosufficienza», sottolinea Gallucci. Il plurale è d’obbligo visto che all’impresa hanno partecipato i demografi dell’Università di Padova, gli economisti di Ca’Foscari, gli esperti dell’Istituto Mario Negri di Milano, mentre l’Usl 2 ha seguito i partecipanti nei follow up con una serie di interviste a domicilio a cadenza regolare.
Sono state scattate una serie di “fotografie” sulla storia clinica dei 700 partecipanti convogliate in una banca dati sulle loro condizioni di salute nel tempo. La ricerca Trelong è apparsa su 18 pubblicazioni scientifiche ed è stata presentata alla State University di New York.
I RISULTATI. Come invecchiano i trevigiani? «I trevigiani invecchiano bene e il fattore ambientale svolge un ruolo importante», spiega il dottor Gallucci, «Treviso è una bella città dove vivere e affrontare il passare degli anni». Il contesto a misura “d’uomo” arricchito da stimoli culturali e da una buona rete di servizi pubblici e sanitari, rappresenta un mix di condizioni favorevoli alla terza età. Accanto ai fattori genetici sono stati considerati abitudini, stili di vita e contesto socio-economico.
«La propensione al lavoro propria del Nord Est, emersa nel corso dello studio, costituisce un plus per affrontare l’invecchiamento e per tramandare competenze ed esperienze alle giovani generazioni», aggiunge l’esperto. A Treviso la quota di anziani “in gamba” è quindi più elevata che altrove.
Nel loro identikit si trovano una buona propensione alla lettura, che protegge dal decadimento cognitivo, un’elevata adesione agli screening, una certa attenzione alla dieta e all’attività fisica. A sorpresa c’entra anche l’informatica che aiuta i nonni ad apprendere nuove modalità di comunicazione e interazione.
L’ELISIR DI LUNGA VITA . Invecchiare in salute rappresenta una sfida globale che deve unire cittadini e istituzioni, non solo nella Marca. «L’Organizzazione Mondiale della Sanità ed anche il nostro Ministero della Salute considerano un interesse generale della società individuare i fattori dell’invecchiamento “con successo” per trasferirli al maggior numero di persone» prosegue Gallucci.
A Treviso il passaggio di consegne è già in corso. «Gli anziani, oltre a svolgere un prezioso ruolo di ammortizzatore sociale per le famiglie stanno mettendo a disposizione dei nipotini il loro bagaglio di competenze e abilità» conclude Gallucci. L’elisir di lunga vita non è più un segreto. Infatti, una bambina che nasce oggi ha un’aspettativa di vita che va oltre gli 86 anni.
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