A Treviso è corsa a cambiare i negozi in garage

Il piano degli interventi di Manildo vincola molti edifici In attesa della sua approvazione, fioccano i cantieri
DE WOLANSKI AG.FOTOFILM TREVISO NEGOZI-PARCHEGGI IN CITTA', in foto via guido bergamo
DE WOLANSKI AG.FOTOFILM TREVISO NEGOZI-PARCHEGGI IN CITTA', in foto via guido bergamo

TREVISO. Quanto vale un appartamento in centro storico? Dipende da tanti fattori, uno su tutti la disponibilità di un parcheggio pertinenziale che da solo riesce a far lievitare non poco il prezzo dell’immobile, soprattutto in una città in cui la stragrande maggioranza dei vecchi garage era a misura di Cinquecento, e non di auto moderne.

Dato questo presupposto, si intuisce quanto possa incidere una norma che vieta ai proprietari di negozi al pianterreno di palazzi del centro storico di trasformare gli spazi commerciali (in molti casi sfitti da anni), in garage, pensando magari di venderli o affittarli a tanti residenti che oggi lasciano l’auto fuori mura o sono costrette a sottoscrivere abbonamenti. Bene, la norma c’è. E se non verrà depennata di qui a poche settimane entrerà in vigore vincolando il mantenimento delle vecchie vetrine, vuote o occupate che siano, legando così indirettamente l’eventuale riqualificazione degli interi palazzi.

La regola . La norma è prevista dal Piano degli interventi disegnato dalla passata amministrazione che ridisegnando la mappa della città inserì una serie di linee tratteggiate lungo determinate strade del centro storico, definendole “assi commerciali”. Cosa sono? Zone in cui vige «il divieto della nuova apertura di garage al piano terra con accesso diretto alla stessa viabilità antistante». Vale per gli edifici vincolati, ma anche per quelli con qualsivoglia grado di protezione, e va a ricadere là dove vi sarebbe stato spazio per realizzare garage, ovvero all’interno di spazi commerciali o magazzini.

Dove vige. Le strade che la passata amministrazione ha vincolato ad “assi commerciali” sono quelle ubicate soprattutto nell’area centro-est del cuore della città. E se è comprensibile che la norma ricada su vie di interesse storico-artistico come Calmaggiore o via Canova, Santa Margherita, piazza del Grano o Martiri della Libertà, lo è meno quando vincola strade non pedonalizzate e spesso abbandonate dal commercio. È il caso di via Diaz, dove resistono pochi negozi, via Carlo Alberto, dove nemmeno il mercato agricolo ha ravvivato il rione come si sperava. Sono vincolate al divieto di aprire garage al pianterreno via Stangade e via Commenda, ma pure via Manzoni dove i negozi (ma soprattutto il locali) ravvivano la prima parte della strada e non l’ultima, segnata dalla saracinesce abbassate dell’ex Moretti, negozi sfitti, e da spazi già ad uso magazzino. Garage vietati al pianterreno in piazzetta Santa Maria dei Battuti (anche se lì qualcuno il garage già ce l’ha) e via Canova, lungo tutto il suo percorso. Altro esempio via Bergamo, vincolata dalla norma... se non fosse che molti hanno già provveduto ad aggirarla prima della sua approvazione.

Chi ha già convertito. Proprio in via Bergamo in fatti, negli ultimi mesi gli spazi commerciali al pianterreno del palazzo riqualificato anni fa da Ortica sono passati ad ospitare auto invece di banconi e scaffali. E così l’ex negozio di colori, già convertito in garage. E lungo la strada ci sono altri spazi che pare non aspettino altro. A segnare la strada per “aggirare” la norma pendente ci avevano già pensato altri, in altre zone della città come piazza Pola, dove il vincolo ricade, ma dove c’è già chi ha trasformato botteghe in garage; e così in via Manin, altra strada vincolata. Insomma, chi è arrivato prima si è guadagnato un posto auto in pieno centro, gli altri – se la normativa verrà approvata – dovranno pensare a che fare delle botteghe sfitte. Il tema è stato portato all’attenzione del consiglio comunale nell’ultima seduta ai Trecento. A denunciare il problema il consigliere Vittorio Zanini, ma ancora non ci sono state risposte. 
 

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