A Onè striscioni contro le suore

Striscioni e cartelli sono apparsi sui cancelli dell’ex convento di via Roma, a Onè di Fonte. Il paese è contrario all’arrivo di 228 profughi, che verranno ospitati nella struttura di proprietà delle suore di Maria Bambina. Il sindaco Massimo Tondi ha lanciato una raccolta fondi per l’acquisto della struttura, allargando la colletta anche ai sindaci della zona.
Anche se lascia aperta la porta dell’accoglienza a Milano dove si trova la sede principale della congregazione di Maria Bambina, la madre superiora, suor Maria Rosa Vittoni, adotta la linea del silenzio: «Per il momento non rilasciamo dichiarazioni». E come ha scritto nella email al sindaco Tondi, l’accoglienza di tali profughi «è ancora un’ipotesi che dovrà essere verificata. Come tutti sappiamo il bando non è ancora stato assegnato e verranno effettuate precise procedure per l’idoneità anche della nostra struttura».
Intanto in paese i cittadini sono sulle barricate e scendono in campo in sostegno del primo cittadino. «Gli unici contatti avuti con la cooperativa Domus Caritatis sono relativi alla disponibilità della congregazione a mettere a disposizione, per un tempo limitato ben definito», continua la madre superiora, «la nostra struttura per l’accoglienza temporanea dei migranti».
Tra lunedì e martedì sono stati affissi sui cancelli dell’ex convento di via Roma dei cartelli contro l’arrivo dei profughi. "Care sorelle grazie del regalo", vi si legge. E ancora: “Sì integrazioni, No invasioni”. Uno striscione con il simbolo del divieto di transito, anche contro la Domus Caritatis, la cooperativa romana che gestisce l’accoglienza dei rifugiati all’interno della struttura data in affitto dalle suore.
Per la senatrice del pd Laura Puppato, «in provincia di Treviso sta vincendo una propaganda ideologica che non affronta i problemi e Onè pagherà, come Casier, Vittorio Veneto o Oderzo, il prezzo per tutti, nonostante ci sarebbero grandi vantaggi per i Comuni che decidessero di prendere anche solo una decina di profughi, che non creerebbero alcun problema di ordine pubblico e darebbero invece importanti risorse alle comunità di accoglienza. Luca Zaia però si indigna e tuona sui giornali esprimendo solidarietà ai cittadini ma di questo non sappiamo che farcene vorremmo piuttosto un presidente di Regione che prendesse in mano il problema e cercasse soluzioni pratiche, non basate su proclami ideologici e lontani dalla realtà».
Vera Manolli
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