Viaggio nei bilanci soldi ok, niente vittorie
Seconda puntata dell'inchiesta sulla crisi dello sport trevigiano. Viaggio nei bilanci delle società. Per scoprire che i soldi ci sono, che i budget sono nelle medie dei campionati. Ma allora, perchè mancano le vittorie?
Seconda puntata dell’inchiesta sulla crisi dello sport trevigiano. Le «stelle» (basket, volley, rugby e calcio) non brillano più.
Qualcuna si è spenta (basket e calcio), qualcuna si è appena appannata (volley e rugby) ma del futuro non c’è certezza. E, cosa curiosa, nonostante queste squadre trevigiane abbiamo un dna profondamente diverso, sono entrate in crisi all’unisono, in perfetta sintonia: il Treviso Calcio oggi è terzultimo in classifica, la Benetton Basket addirittura ultima (se pur in buona compagnia con Milano, Varese e Napoli), la Sisley è quarta e i «Leoni» del rugby hanno incassato tre sconfitte in 5 partite.
Come mai sta accadendo tutto questo? Forse, abbiamo pensato, è una questione di soldi. Troppi? Pochi? Mal spesi? Un’analisi comparata con i budget di altre società della stessa categoria mette in evidenza che le squadre Benetton, pur non occupando le primissime posizioni in fatto di spese, restano sempre tre le più «generose». Idem per il calcio. In compenso squadre con possibilità inferiori (vedi Albino Leffe, Teramo e Montegranaro) guardano Treviso dall’alto. Il signor Gilberto Benetton a onor del vero, ci ha sempre tenuto a non far la figura del «Paperone» o - come ha detto più volte - del «ricco scemo». E così le corde dei budget ha cominciato a stringerle già parecchi anni fa (sia nel basket che nel volley). Però è sempre riuscito ad ottenere il massimo.
Oggi non è più così e comunque il bilancio dei casual viene solo dopo Siena, Roma e Milano.
Qualcosa non torna.
IL CALCIO La situazione del Treviso calcio rispecchia benissimo la teoria che i soldi non fanno la felicità.
Il budget impiegato dalla società del presidente Ettore Setten per la stagione in corso si aggira attorno ai 16-17 milioni di euro, tutti impegnati per l’attività della prima squadra.
Un investimento simile, forse addirittura minore rispetto alla spesa complessiva della passata stagione, un’annata però particolare in quanto il Treviso era reduce da un campionato di serie A che ha spolpato le casse della società. Inoltre si dovevano onorare una serie di contratti stipulati per la massima serie ritoccati verso il basso in questa stagione. Il monte stipendi però non è cambiato di molto. Quest’anno i giocatori più remunerati non superano i 450 mila euro annui, ci riferiamo a Barreto, Guigou, Viali, stipendi che restano comunque nella media della categoria, quello che «penalizza» il Treviso è l’avere un parco giocatori tutti (o quasi) di prima o seconda fascia: aumentare il numero dei giocatori di spessore (almeno sulla carta) alza notevolmente il costo di gestione. Venti giocatori biancocelesti percepiranno una media di circa 200-250 mila euro, per un capitale che sale notevolmente rispetto a squadre che pagano queste cifre ad un massimo di 12-15 giocatori. Facciamo un raffronto. In serie B, quest’anno la palma della squadra più spendacciona appartiene al Lecce, che impiega una cifra che si aggira attorno ai 22 milioni di euro, e dietro ai salentini si attestano Bologna, Brescia, Chievo, tutte vicine ai 18-20 milioni. Società, queste, che al momento però stanno rispettando i pronostici dei loro presidenti ricoprendo le zone certamente più nobili della classifica rispetto al Treviso.
La favola del campionato, almeno fino alla 13ª giornata è rappresentata dall’Albinoleffe, questo «nuovo Chievo» che con un budget poco superiore alla metà delle altre protagoniste (circa 12 milioni) si permette il lusso di guardare tutti dall’alto verso il basso, e a braccetto ci sta pure il Pisa, matricola terribile che non supera gli 11 milioni.
Nella voce budget per ora non figurano i diritti televisivi, un nodo ancora tutto da sciogliere che, inizialmente, sembrava dover portare qualcosa come 900 mila euro ad ogni società di B.
IL BASKET
Dicono che i soldi non sono tutto nella vita. E sia. Nello sport sicuramente danno una mano a vivere meglio ed a puntare in alto anche se essere ricchi, o almeno benestanti, non significa automaticamente arrivare alla vittoria: gli esempi sono talmente tanti che non serve nemmeno rammentarli.
Nella tabella sono elencati i budget di alcune società di A1 di pallacanestro, cioè i soldi che devono servire per gestire l’intera stagione: campagna acquisti, stipendi, ingaggi, spese varie. Siena, con la sponsorizzazione
Montepaschi, è diventata molto più ricca di prima ed anzi ha il budget di gran lunga più alto in assoluto. Che sta fruttando: dall’anno scorso è in testa alla classifica. A parte questo caso, dove i conti tornano alla grande, si può notare che le disponibilità economiche più ingenti spesso sono inversamente proporzionali all’attuale ranking, ossia l’equazione più soldi uguale risultati migliori non sempre è suffragata dai fatti.
E’ il caso di Milano, che nonostante una campagna acquisti molto vivace (e giocatori pagati molto bene, vedi Bulleri) è in fondo alla graduatoria, avendo già licenziato l’allenatore, ingaggiato un nuovo giocatore e accettato le dimissioni del giemme. L’Armani è assieme alla Benetton, che dispone di un budget medio-alto anche se non altissimo: ogni anno viene limato verso il basso da una filosofia aziendale che da tempo ha rinunciato ai colpi miliardari, come quelli di Kukoc e Rusconi agli inizi degli anni ’90. Alcuni contratti sono di notevole entità (quelli di Johnson, poi transato, Austin, Chalmers, Mensah), oscillano tra i 400 e 600 mila dollari.
Situazione diversa per le due bolognesi, dove una voce fondamentale nel bilancio sono gli abbonamenti: i risultati di Fortitudo e Virtus, soprattutto della prima, possono essere definiti deludenti. Di contro, alcune società che hanno disponibilità finanziarie inferiori stanno avendo soddisfazioni: è il caso di Teramo e Montegranaro, due delle seconde in classifica (il discorso vale vale pure per Biella e Udine) che con nemmeno 2 milioni di euro hanno scelto giocatori quasi sconosciuti ma altamente redditizi. Non dimenticando mai però che il bilancio si fa solo alla fine. In consiglio d’amministrazione come sul parquet.
IL RUGBY
Lo scudetto, lo scorso anno, era costato «poco»: 2,4 milioni di euro, quinto budget italiano. Un dato che faceva brillare ancora di più il risultato di Zatta & Munari e dei «leoni». Ma per fare anche bella figura in Europa, superando i confini dell’orticello nostrano, Treviso ha aumentato il bilancio, grazie a Luciano Benetton che ha «staccato» un assegno supplementare di 1,5 milioni. Quest’anno la società biancoverde può contare su 3,9 milioni di euro in cassa. In Italia Treviso è ora seconda, dietro Viadana (4,2 milioni), e davanti a Calvisano (3,7).
Seguono Overmach Parma (3,3), la Capitolina (3 tondi) e Gran Parma (2,8). Più indietro Petrarca (2,4). In coda, il Rovigo (1,8) che pure ha clamorosamente battuto i leoni sabato scorso.
A conferma che i soldi, nel rugby, non sono tutto. E Treviso lo spera davvero per la sfida europea. Lì, in Heineken Cup, la coppa dei campioni del rugby, si gioca contro corazzate milionarie.
I club di vertice francesi e inglesi viaggiano dai 15 ai 20 milioni di euro: Tolosa e Leicester anche oltre quota 20. I club teoricamente più alla portata? Dai 9-10 ai 15 milioni di euro. «Mission impossible» o quasi. Ma il Benetton vuole dire la sua, o almeno provarci, dopo una stagione che lo scorso anno ha regalato delusioni e brutte scoppole.
IL VOLLEY
Nel calcolo del budget della Sisley e delle squadre del campionato italiano maschile va subito fatta una premessa. All’interno delle cifre riportate nella tabella sono inserite anche le spese di gestione e quelle per le attività giovanili, e nel caso di Treviso si passerebbe ad un budget, solo per la prima squadra attorno ai 3,7 milioni di euro, anche se gli orogranata assieme a Cuneo e Macerata sono le società che più investono sul settore giovanile.
La società che più spende è Roma, che arriva a toccare i 7 milioni, dovuti ad un monte ingaggi notevolmente alzato dall’arrivo di gente come Miljkovic, Marshall, Coscione e Martino (parcheggiato poi a Milano) costati complessivamente qualcosa come 2,5 milioni di euro.
Staccatissime le altre, con Macerata leggermente sopra alla Sisley che precede invece Trento e poi, tutte sulla stessa riga Modena, Piacenza e Cuneo sui 3,5, staccata Padova con 1,6 milioni circa che non le impediscono di giocarsi la stagione alla pari con la grandi. Cuneo è forse l’unica tra le migliori ad avere diminuito il proprio budget di circa 700 mila euro, ma questo non le impedisce di essere al comando della classifica. Sul rendimento influisce però il fatto di avere un solo atleta impegnato con la proprio nazionale, e la preparazione ne giova notevolmente.
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