Scade il decennale Per amici e colleghi il ricordo di Zanette

Dieci anni fa moriva improvvisamente Denis Zanette, il “gigante buono”. Nel pomeriggio del 10 gennaio 2003 il ciclista professionista della Fassa Bortolo, all’uscita da uno studio dentistico di...

Dieci anni fa moriva improvvisamente Denis Zanette, il “gigante buono”. Nel pomeriggio del 10 gennaio 2003 il ciclista professionista della Fassa Bortolo, all’uscita da uno studio dentistico di Sacile, la sua città, si accasciò al suolo. A nulla valsero i tentativi di rianimarlo. A 32 anni il passista lasciava così una moglie e due bimbe. Sabato, alle 19, nella chiesa parrocchiale di San Michele di Sacile verrà celebrata la messa in suffragio di un ragazzo che aveva saputo distinguersi nella vita (sostenendo la comunità per minori Villa San Francesco a Facen) e nello sport. Già campione italiano su strada fra i dilettanti seconda serie, Zanette passò professionista nel 1995 con l’Aki, indossando successivamente le maglie della Vini Caldirola nel 1998, il Team Polti (facendo il gregario a Ivan Gotti nel vittorioso Giro d’Italia) nel 1999, alla Liquigas nel 2000 e 2001 e alla Fassa Bortolo nel 2002. Vinse cinque corse, fra le quali due tappe al Giro d’Italia, piazzandosi 3° in un Giro delle Fiandre e indossando la maglia azzurra ai mondiali del 2000. Alla sua morte il tribunale di Pordenone aprì un fascicolo per omicidio colposo ma, dopo l’autopsia, si scoprì una malformazione congenita al miocardio che era stata fatale anche al padre. Nuovi dubbi, tuttavia, sono stati sollevati da Alessandro Donati, il preparatore atletico simbolo della lotta contro il doping, nel suo ultimo libro “Lo sport del doping. Chi lo subisce, chi lo combatte”. La città di Sacile lo scorso maggio gli ha dedicato una mostra permanente di opere d’arte sul ciclismo.

Giacinto Bevilacqua

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