Pivetta ha coronato il sogno Nazionale «Onore immenso»
Pallamano. Il 28enne di Fontanelle è esploso a Carpi Proverà a conquistare i Mondiali in Germania e Danimarca

FONTANELLE. Riccardo Pivetta, giocatore di pallamano tesserato con la Terraquila Carpi che gioca da sempre nel ruolo di ala, è un ragazzo classe ’88 che mostra un sorriso largo almeno quanto le sue enormi spalle. Mai una parola fuori posto, mai un allenamento saltato se non per cause di forza maggiore. Il classico bravo ragazzo, che non perde occasione per tornare a casa dagli amici e dalla famiglia. Cresciuto a Fontanelle, ha iniziato giovanissimo a giocare a pallamano a Conegliano per poi trasferirsi da professionista per 4 anni a Bologna e un altro a Bari. Ha dovuto fermarsi per un paio d’anni («dovevo per forza lavorare e mi sono riavvicinato a casa»), ma l’amore per lo sport era troppo grande. Ha ricominciato da Oderzo e San Fior in A2, ma un anno e mezzo fa è tornato in A1 con il Carpi con un unico, grande obiettivo: raggiungere l’azzurro. Ce l’ha fatta: giocherà a Bolzano dall’11 al 13 gennaio contro Romania, Ucraina e Isole Far Oer per staccare il biglietto azzurro per i Mondiali di Germania e Danimarca 2019.
Prima convocazione in Nazionale?
«Sì, sono felicissimo. Ci speravo tanto, vestire la maglia azzurra è un grandissimo onore. Ho iniziato a fare raduni con la Nazionale sin dalla scorsa estate: i miei sacrifici sono stati ripagati appieno».
Quanto è stato difficile raggiungere la maglia azzurra?
«La mia carriera è stata un po’ ad alti e bassi, soprattutto quando ho dovuto stare fermo un paio d’anni per motivi di lavoro. Quando ho ricominciato mi sentivo un po’ sacrificato in A2, ma a Carpi la Nazionale si è interessata a me».
Sei legato a doppio filo con Oderzo, il tuo secondo trampolino di lancio, con cui hai vinto in luglio il campionato italiano di pallamano su sabbia. Potresti giocarci ancora?
«Mai dire mai, ma sarà difficile. A Carpi, mi trovo molto bene: è una cittadina non troppo grande ma ha un fascino innegabile, un po’ come Pordenone. E poi non è troppo distante da casa».
Anche se uno degli obiettivi più importanti l’hai già raggiunto, quali sono i propositi per il 2018?
«Sicuramente quello di vincere queste qualificazioni. Cercherò di dare il mio contributo, sarà davvero dura anche sotto il punto di vista fisico: in tre giorni giocheremo tre partite contro avversari tosti. Sarà necessario sacrificare molto anche sotto il punto di vista mentale. Passa solo il primo classificato».
L’avversario più difficile?
«La Romania, senza dubbio. Anche l’Ucraina ha una buona tradizione, ma non quanto la Romania. Le Far Oer saranno l’outsider».
Come preparerete queste tre partite?
«Faremo due allenamenti e due riunioni tecniche, fino al 13 gennaio. Dobbiamo assolutamente staccare la testa e non pensare a nient’altro che alla Nazionale, è fondamentale. È un’esperienza sicuramente inusuale per un giocatore di club, ma al tempo stesso saranno momenti che arricchiscono sia come persona che come giocatore».
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