Piovesan & Dotto premiata ditta con vista su Venezia

TREVISO. Trecentoquarantasei maratone in due. E ben 60 Venicemarathon. Domenica scorsa Albino Dotto e Mirco Piovesan hanno festeggiato, unici trevigiani tra i 12 fedelissimi “leoni” sempre al traguardo, la loro trentesima maratona veneziana consecutiva. Loro sono i rappresentanti speciali di un movimento di podisti che nella Marca cresce di anno in anno, tra l’altro anche grazie al loro impegno. Piovesan, 54enne residente a Casale sul Sile, con macelleria a Roncade, ogni anno porta un neofita a correre la maratona con lui. E praticamente ogni volta il nuovo maratoneta di turno rimane tanto entusiasta da diventare un runner doc.
Dotto, 65enne, ex infermiere in pensione, residente a Conegliano, ha avviato al podismo e alla maratona un numero innumerevole di trevigiani, in particolare il suo medico curante, Franco Pieropan. Domenica scorsa dopo l’emozionante passaggio in piazza San Marco, hanno tagliato il traguardo in Riva Sette Martiri, nel cuore della città lagunare dopo 4h48’19’’ Dotto (4511° assoluto, con il nipotino Nicolò di due anni e mezzo per mano e la moglie Claudia e le figlie Francesca e Federica ad attenderlo dopo il traguardo) e dopo 5h34’42’’ Piovesan (5204°).
Albino Dotto, tesserato per l’Atletica Sernaglia capitanata dal presidente della Fidal, Oddone Tubia, ha ricevuto nel 2003 il premio Civilitas per il suo impegno per la comunità coneglianese nella promozione del movimento (tra l'altro insegna ginnastica di mantenimento con l'Auser). A 16 anni ha iniziato a praticare la lotta grecoromana, vincendo qualche titolo regionale e prendendo, nel 1972, il patentino per allenare. A 32 anni però ha incontrato, quasi per caso, la corsa. L'allora trentenne ha iniziato a correre da solo, ma mese dopo mese ha incominciato a raccogliere attorno a sé un manipolo di amici sempre più numeroso. Sono oltre una cinquantina i runner coinvolti da lui.
Per anni ha fatto da guida a Carlo Durante, paralimpico montebellunese plurimediagliato in diverse edizioni dei Giochi Olimpici. L’edizione numero 30 della maratona veneziana è stata la sua 50esima 42,195 km. Tra le imprese, la Venicemarathon dello scorso anno, corsa a soli 5 mesi e mezzo dall’intervento di protesi all’anca e portata a termine nel tempo limite. Piovesan, 296 maratone da finisher (tutte le edizioni di Venezia, Treviso e Padova), ha iniziato a correre a 19 anni dedicandosi alle corse in montagna e agli ultratrail (all’attivo due 100 km).
«Ma la maratona per chi corre è indubbiamente il top», racconta, «io sono però un autodidatta. Non seguo tempi, non ho un cronometro, non seguo diete, mangio carne ovviamente 3-4 volte a settimana e sono la dimostrazione che fa bene. Insomma mangio quando ho fame e corro una volta alla settimana oltre alla domenica quando faccio un lungo di 19-21 km partecipando alle non competitive». Il suo personal best è di 3h15’’, con un 3h18’ centrato a Venezia. Piovesan corre dalle 8 alle 10 maratone, tutte in Italia.
«A Natale ho regalato a mia moglie l’iscrizione a una maratona e così ha iniziato a corre anche lei, diventando più tosta di me», aggiunge Piovesan. Il trevigiano punta ora al traguardo delle 300 maratone concluse.
«Più che altro per fare una cena con i miei amici», conclude, «correre mi piace, mi diverte e ogni anno riesco a tenere a battesimo un maratoneta, che poi viene colpito dal virus». L’importante è correre, al di là del cronometro.
Salima Barzanti
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