Nemiche-amiche di Marca
Trevigiani e Zalf ai ferri corti dopo la «guerra» alla Popolarissima
Cugine di Marca nemiche. E' guerra aperta tra Uc Trevigiani-Dynamon-Bottoli e Zalf Désirée Fior. La «sana rivalità» nello sport è stata superata dagli eventi della Popolarissima: a metà gara - nel tratto cruciale - vanno in fuga quattro atleti. Tre della stessa formazione che hanno le carte in regola per arrivare a compiere la missione.
Con Parrinello, Papok e Fedi si aggiunge Polivoda, uno che sta attraversando un buon momento di forma. Succede l'imponderabile: il quartetto vola verso il Montello e sfiora i tre minuti di vantaggio. Perché? Perché in gruppo nessuno si prende la responsabilità dell'inseguimento. Gianni Biz - team manager della Concrete San Marco Caneva - è sincero: «Buttazzoni ero caduto e non me la sono sentita di tirare per aiutare le altre squadre». Beata saggezza. La Trevigiani era rimasta orfana di Filippo Fortin, finito rovinosamente per le terre, mentre la Zalf cullava nel pancione del gruppo i suoi tre ragazzi indicati al successo: Colbrelli, Gomirato e Benfatto. L'ultimo giorno di inverno non ha però giustificato il profondo letargo. Il vantaggio è lievitato fino a diventare irrecuperabile. Remo Mosole, presidente della Trevigiani che organizza la corsa più vecchia d'Italia, era livido in volto, ma sperava nel recupero miracoloso. Niente. Il «suo» Delle Stelle è stato il primo dei battuti a soli 11 secondi. Il dopocorsa è stato infuocato. La Trevigiani s'è fiondata verso il quartier generale degli atleti a Pozzonovo. La Zalf è rimasta in piazzale Burchiellati e il tecnico Gianni Faresin ha radunato i suoi dieci boys per analizzare la sconfitta bruciante. Per fortuna era già arrivata la notizia della vittoria di Battaglin nell'internazionale di Montecassiano. Luciano Rui, da 21 anni sull'ammiraglia della Zalf, dove ha centrato ben 700 vittorie, la vede come quelli che domenica sono rimasti basiti dall'andamento della gara: «C'è poco da fare. La regola è questa: prima si prende la fuga eppoi si corre per la vittoria - ammette l'ex professionista di San Giacomo di Veglia - questo non è accaduto e ora siamo qui a recriminare sulla Popolarissima che tecnicamente non sarà chissà quale gara, ma ha un enorme prestigio. C'erano ventimila persone sulle mura e tutti gli appassionati trevigiani avevano gli occhi puntati su viale D'Alviano. Sponsor compresi. Abbiamo fatto brutta figura. Punto e a capo». Mirco Rossato - tecnico della Trevigiani - non fa dietrofront rispetto a domenica. «Una situazione del genere accade una volta all'anno - spiega l'ex professionista, 42 anni - è successo alla Popolarissima. Ci siamo messi davanti dopo le salite. Noi ne avevano sei a tirare, perché Marco Coledan faceva da scudiero a Delle Stelle. Il dualismo con la Fior è normale. Tecnicamente loro sono più forti di noi, ma noi le nostre vittorie le faremo lo stesso. Alteti come Battaglin e Colbrelli è come fossero già professionisti. Noi abbiamo un bel po' di giovani promettenti e l'anno prossimo la musica sarà diversa». La guerra continua.
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