Montello, il Central Park della Marca

Turismo, ciclovie, itinerari storici, bike hotel: il mondiale spinge il territorio
 
MONTEBELLUNA.
Meno 10 giorni al mondiale. Cicloturismo e ciclovie. Progetti, itinerari, bike hotel. Trasformare il Montello nel «Central Park» della Marca, un parco a disposizione di tutti, farlo vivere a 360 gradi e diventare «Naturodromo». Il modello tedesco e mitteleuropeo, proposte come il percorso Grappa-Montello-Piave oppure la tratta fra la brentella di Pederobba e il torrente Giavera. Guardare al cicloturismo come risorsa fondamentale per il territorio.  «Perché oggi è moda, perché la bicicletta è il migliore esempio di retro-innovazione, o se preferite, decrescita felice», esordisce Enrico Tirindelli, guida naturalistica ambientale, promotore del convegno ospitato lunedì alla biblioteca di Montebelluna, nell'ambito delle manifestazioni collaterali allestite per il mondiale.  «Occorre dare un colpo d'acceleratore - commenta il factotum Massimo Panighel -. Mi sono posto due obiettivi con l'organizzazione del meeting iridato: provocare ed emozionare. Il mondiale è un'occasione troppo importante: noi contiamo su un territorio che si addice all'attività cicloturistica, ma non abbiamo la vocazione che è tipica del Nord Europa. Lo stesso convegno può essere sentito come provocazione: ritrovarsi nel post-mondiale e capire cosa è rimasto o può rimanere sul territorio». Sintomatico, anche in proiezione futura, l'happening del 26 giugno, le cui iscrizioni si chiuderanno venerdì: a radunarsi alla partenza, amatori compresi, saranno 2.300 atleti, con la componente straniera capeggiata da norvegesi e curiosamente greci. Ma arriverà anche una rappresentanza di 15 persone, fra biker e accompagnatori, addirittura dalla Tanzania.  Il mondo guarderà il Montello e il Montello potrà pensare al suo futuro. Partendo proprio da mtb e turismo: «Se andiamo forte nello slow bike, siamo invece dietro al Trentino nel fuoristrada - aggiunge Tirindelli -. E mentre quella dell'escursionista è un'attività ricreativa giornaliera, il cicloturista garantisce un coinvolgimento più importante per l'economia. Il cicloturismo è la migliore opportunità per fare... turismo nella nostra zona». «Bisogna favorire l'associazionismo culturale dedicato al mondo rurale, valorizzare cultura contadina e agricola», rileva l'agronomo Silvano Cattelan. Il punto di riferimento è l'esempio ciclabile austriaco della Drava, la Germania dei 35 milioni di ciclo-escursionisti. Seguono proposte e idee. Come lo studio di un percorso ciclopedonale fra la brentella di Pederobba e il torrente Giavera, con approdo nel capoluogo: la tratta Onigo-Giavera e la successiva che da Giavera porterebbe a Treviso, dove il torrente Giavera, fra Ponzano e Fontane, diventa Pegorile. Ciclovie lungo i fiumi. E si suggerisce l'ipotesi dell'itinerario Grappa-Montello-Piave, ma il desiderio è rendere il Montello un immenso «parco naturale», fruibile da tutti. Ciò vorrebbe dire incentivare i posto letto negli agriturismi, creando adeguati punti informativi in ogni comune. «La ricetta sono i pacchetti integrati, il cicloturismo a corredo dell'offerta. E il convegno avrebbe meritato più seguito fra gli operatori turistici», chiosa Alessandro Martini, direttore Consorzio di Promozione Turistica Marca Treviso.

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