Marconato e Tvb, la strana convivenza

Basket Dnb. L’ex cerca ingaggio in A e intanto si allena con la De’ Longhi. «Discontinuità? È solo una questione di tempo»

Fa un po’ tenerezza vedere Denis Marconato disoccupato. Tenerezza e rammarico. Stiamo parlando di un monumento che però guarda avanti, non al passato. Classe 1975, 3 scudetti, 6 Coppe Italia, 2 Saporta e 3 Supercoppe solo a Treviso, ma il giovanottone di San Giuseppe può dire di aver vinto anche a Barcellona e Siena, senza contare le 4 medaglie azzurre. Denis vorrebbe continuare a giocare ma è senza squadra, spera sempre in una chiamata perché di smettere a 38 anni non gli va. Dunque si allena con la squadra della sua città. Domenica era puntualmente al PalaCicogna a tifare con moglie e figli. «Ho avuto dei contatti con club di serie A ma per ora non se n’è fatto nulla- racconta -io spero che qualche possibilità ci sia, mi dicono che si può aprire qualcosa, intanto mi tengo in forma». Ai tifosi non dispiacerebbe rivedere Marconato in maglia trevigiana (eccetto qualche talebano che, incredibile, gli contesta il recente passato reyerino), in realtà c’è un paio di problemi: lui dice di puntare ad una categoria superiore; inoltre essendo obbligatori in B i tre under 20 nascerebbe il problema di dover lasciar fuori uno degli attuali senior, mentre il budget dovrebbe fare i conti con un nuovo ingaggio, anche se UniVerso Treviso, dopo le ultime sei acquisizioni tra soci e sponsor, ormai sfiora quota 60. A proposito, questa sera al Maggior Consiglio ci sarà un workshop a loro dedicato, con Andrea Sales. «In queste settimane mi sono accorto di stare con un gruppo molto buono e unito - continua Denis - ma sinceramente non so se potrei giocare con loro, della mia stazza non c’è nessuno, sono tutti più piccoli di me, corrono parecchio: davvero in B c’è tanto agonismo. Ad ogni modo questi ragazzi mi stanno dando un’ottima impressione, in campo si esprimono bene, forse mancano ancora un po’ di fiducia quando, pur prendendo dei buoni tiri, non vanno dentro, allora si demoralizzano. Comunque allenandomi con loro, e vedendoli poi da fuori, sono proprio una squadra tosta». Si parla molto di questi alti e bassi, picchi di rendimento seguiti da palesi cadute di tensione. «Per trovare l’affiatamento collettivo ci vuole del tempo, assicuro che ci lavoriamo in settimana, Bjedov è uno che ci sa fare. Col passare delle partite ci saranno dei miglioramenti, intanto si vince». Appunto. Terza vittoria di fila, la fiducia che cresce alla pari con l’entusiasmo, prospettive allettanti. E sabato a Spilimbergo. Ovvio che qualche magagna ci sia: Simone Cortesi torna su quella principale, la discontinuità. «Il coach domenica ce l’ha detto chiaro e tondo di non essere soddisfatto, non ci siamo espressi come a San Giorgio, per cui dovremo continuare a lavorare tenendo naturalmente le buone cose espresse con Milano. Certo, iniziare forte in partita presuppone qualche successivo calo di tensione, che poi paghi; aggiungo che l’Urania è un’ottima squadra e che noi stiamo ancora finendo di conoscerci, anche se qualche progresso rispetto all’inizio indubbiamente c’è stato. E quello di domenica lo ritengo un successo molto importante».

Silvano Focarelli

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