La leggenda di Momo, miglior giocatore

Ha 19 anni, un sorriso pulito, una grande voglia di riscatto e un passato pesante da dimenticare. Si chiama Momo, è fuggito da una regione del sud del Senegal dov’era perseguitato a casa della sua etnia. Attraverso la rotta libica, è arrivato in Italia e destinato allo Sprar (Servizio richiedenti asilo e rifugiati) di Asolo. Il calcio? Per lui una novità. Non vi aveva mai giocato fino a quando ha ricevuto la chiamata dell’Asd Calcio Asolo. E Il suo talento è uscito allo scoperto. «La società sportiva», racconta il sindaco di Asolo, Mauro Migliorini, «l’ha accolto subito. Gioca come attaccante nella squadra juniores». Sabato sera è stato premiato come miglior giocatore del torneo calcistico di Villa del Conte (Padova) categoria juniores. Momo insegue quella normalità negatagli da un conflitto dimenticato, che ha mietuto nella sua regione quattromila morti e spinto undicimila civili a fuggire in paesi vicini. E lui è uno di questi sfollati in cerca di un presente. «Da noi», aggiunge il sindaco, «frequenta il Centro per l’istruzione degli adulti con ottimi risultati. È pronto a sostenere gli esami di licenza media. Grazie a dirigenza sportiva, allenatori e compagni di gioco sta seguendo un percorso di cittadinanza e integrazione, seguito passo passo dai servizi sociali e dalla coop “Una casa per l’uomo”che gestisce lo Sprar». Ha ottenuto lo status di protezione internazionale sussidiaria. Una bella storia di integrazione testimoniata dal premio ottenuto sul campo di gioco come miglior calciatore del torneo juniores. Un esempio di vita e, anche, di sport buono.
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