Jody Rossetto, ritirarsi a soli 25 anni: «Il dolore mi fa cambiare vita»

LA DECISIONE
Ritirarsi a 25 anni. Succede di rado, specie quando i numeri per una carriera lunga e proficua ci sarebbero tutti. Ma talvolta la realtà pone gli sportivi di fronte a decisioni personali perchè la salute che passano in primo piano. E' il caso di Jody Rossetto, 25 anni, di Susegana, cresciuto nel rugby Piave, nazionale giovanile, accademico nella Francescato U20 e infine al Petrarca in Top 12, con uno scudetto nel 2018: appende anzitempo gli scarpini al chiodo. Una scelta di maturità, di fronte alla difficoltà di superare problemi alla schiena 12 mesi d'infortunio e due operazioni, preoccupato dalle possibili conseguenze di un ritorno in campo.
Era un promessa, anche per le doti fisiche (1,93 per 136 kg) e per l 'attitudine battagliera indispensabile nel rugby. «Dopo anni bellissimi», racconta Rossetto, «i problemi fisici sono iniziati a fine 2018: lussazione alla spalla. . Dopo due mesi di riabilitazione con lo staff medico, sono rientrato, ma il 3 febbraio 2019, alla prima partita, ho subito una nuova lussazione». A quel punto l’intervento chirurgico (aprile 2019), e la nuova lunga riabilitazione. A dicembre, pronto a rientrare, un nuovo problema, ma alla schiena. Trafila di visite, consulti e l’annuncio del medico: uno scivolamento delle vertebre provocava dolori alle gambe e altri fastidi.
«L’operazione è stata rinviata per il Covid, nel lockdown ho avuto tempo per riflettere, pensare alla mia vita», sottolinea, «E ho deciso che non potevo continuare così. Il problema sarebbe arrivato a 40 anni, magari. Ma devo pensare al futuro, per me era giusto smettere adesso». E Jody è già concentrato sul domani da reinventare. «Le occasioni di lavoro si trovano, ho varie idee. Mi piace stare all'aperto, vedremo, ho creduto tanto in questo club così speciale. Il Petrarca è casa mia, mi mancherà molto, ma tornerò in tribuna per tifare. Forse ora non sono tanto triste, perché la squadra non si allena. Quando inizierà le emozioni saranno più forti. Però devo andare avanti e pensare al futuro senza rugby».
Decidere si smettere non è stato facile. Ma J ody l’ha condivisa con la famiglia e la società. «In casa sono supertifosi, sarebbero stati felici se avessi deciso di riprendere. La salute però viene prima. Sono uscito a cena con i compagni, ne ho parlato con loro. Il primo a conoscere la scelta è stato il dg Munari: mi ha invitato a prendere tempo e riflettere. Alla fine ho deciso così. E ho sentito tutta la vicinanza del club». —
Simone Varroto
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