Il sogno di Gianluca «Quando sarò grande vincerò il Giro d’Italia»

Ha corso per tre stagioni con la Zalf Euromobil Désirée Fior Ha vinto il Giro del Friuli, Recioto e Bassano-Montegrappa

CASTELFRANCO. Gianluca Brambilla ha riportato il Veneto in rosa e lo ha fatto con un’azione delle sue, proprio come era abituato a fare tra i dilettanti, al tempo della Zalf Euromobil Désirée Fior. Dalla maglia bianco-rosso-verde della Zalf a quella blu e nera della corazzata belga dell’Etixx Quick Step sembra essere passata un’eternità eppure la rampa finale di Arezzo che ha consacrato il vicentino al Giro d’Italia ricorda in tutto e per tutto quella di San Daniele del Friuli. Era ottobre inoltrato e Gianluca Brambilla aveva da poco strappato il biglietto per il professionismo: una progressione sulla ascesa di Muris di Ragogna e la stoccata solitaria tra gli applausi del pubblico friulano. Correva l’anno 2009 e il vicentino salutava così gli under 23 a braccia alzate, sotto lo sguardo attento e benevolo di patron Egidio Fior. Dopo Ivan Basso, Paolo Savoldelli e Damiano Cunego, un altro ragazzo destinato ad essere protagonista nelle grandi corse a tappe usciva così dalla cantera voluta e portata avanti da oltre trent’anni dai fratelli Lucchetta.Salito in bicicletta all’età di 11 anni con l’Uc Romano d’Ezzelino, Gianluca Brambilla in maglia rosa è uno dei simboli della longevità del vivaio della Zalf Euromobil Désirée Fior, una famiglia che non si limita a fare il conto delle vittorie, ma che usa i risultati per far crescere le nuove generazioni del ciclismo italiano.

Approdato al quartier generale di Castelfranco nel 2007, portato “in dote” dal Vc Breganze da quel Gianni Faresin che con il proprio metodo di allenamento, la tattica e l’impegno lontano dai riflettori ha aperto il nuovo ciclo vincente della formazione trevigiana. Aggregato al gruppo dei promettenti 1987 che hanno cambiato il volto al mondo dei dilettanti italiani riuscendo ad imporsi con autorità già dai primi anni di militanza tra gli under 23, Gianluca è cresciuto fianco a fianco con Sacha Modolo, Daniel Oss, Davide Malacarne, Manuele Boaro e Simone Ponzi cullando il sogno di “Vincere il Giro d’Italia” come dichiarava candidamente a chiunque gli chiedesse cosa avrebbe voluto fare da grande. Negli anni quel sogno si è fatto più concreto e oggi più che mai la possibilità di dare un lieto fine alla favola iniziata ad Arezzo e consolidatasi nella cronometro del Chianti, sembra essere alla sua portata.

Scalatore agile e scattante, minuto nel fisico ma grande nel coraggio, anche nelle situazioni più difficili. Ha fatto capire di avere la stoffa dell’uomo adatto alle corse a tappe chiudendo al quarto posto il Giro del Veneto 2006 che fu vinto da Davide Malacarne; a differenza del bellunese, però, Brambilla ha fatto bene al GiroBio e, nel 2009, si è aggiudicato anche la classifica finale del Giro del Friuli. Nel mezzo si è preso il lusso di vincere una Bassano-Monte Grappa e un Palio del Recioto, sempre in solitaria, inseguendo il sogno in rosa, con il coraggio di chi è nato sotto il segno del leone. Dopo aver raggiunto l’obiettivo di vestire la maglia rosa ad attendere Brambilla ci saranno 14 giorni di sofferenza e di passione che lui affronterà con il sorriso sulle labbra, la leggerezza e la sfrontatezza di sempre. La stessa che è balzata agli occhi di tutto il mondo quando, dopo aver indossato le insegne del primato, ha inscenato addirittura un balletto sul podio del Giro. Questo è Gianluca Brambilla, non svegliatelo, il suo sogno è quello di un Veneto che ha bisogno di campioni semplici come lui per conquistare traguardi prestigiosi e fare da punto di riferimento ai tanti bambini che ogni giorno si cimentano in sella alle due ruote.

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