Ibarra dalla A alla C «Cercavo l’equilibrio Oderzo me l’ha dato»

Basket. Il play argentino lo scorso anno giocava a Cremona ora è leader in campo e impiegato dello sponsor Calorflex 
ODERZO. Matías Ariel Ibarra è stato uno il colpi di mercato più importnate, per esperienza e qualità. Con 184 cm per 78 kg, il playmaker argentino è arrivato a Oderzo per aiutare con la sua maturità la formazione di coach Battistella, attualmente al secondo posto in classifica (a 14 punti con Monfalcone) in C Gold. Classe '81, ha già calcato parquet importanti nella penisola, giocando l'allora Legadue a Reggio Emilia, l'A2 a Ferrara, chiudendo la carriera da professionista lo scorso anno nella massima serie a Cremona. "Lata", questo il suo soprannome, ha ora deciso di dare una svolta alla sua vita, lavorando alla Calorflex, sponsor di Oderzo.


Ibarra dalla A2 alla C Gold, è un bel salto. Come mai questa scelta?


«Ho giocato tra i professionisti per 20 anni e dopo l’ultima esperienza a Cremona ho deciso che era ora di fermarsi. Avevo bisogno di più equilibrio e stabilità per me e la mia famiglia. Mi hanno chiamato loro e mi hanno pure offerto un lavoro nell’ufficio tecnico della Calorflex, lo sponsor sella squadra di Oderzo. Ho visto com’era la città e la società e poi ho accettato. Oderzo è un posto dove si vive bene e la mia famiglia può girare tranquillamente».


E in futuro? Resterà qui?


«Non sono mai stato abituato a pensare al futuro perché la mia vita variava ogni 10 mesi circa, però ho una laurea da nutrizionista e un master in sport management, conseguiti a Barcellona. Magari mi potranno tornare utili se prenderò la strada dell’allenatore o un ruolo dirigenziale. Per ora penso al mio lavoro qui alla Calorflex».


Come sono state le sue esperienze nella pallacanestro professionistica in Italia?


«Nella mia prima esperienza ho giocato solo 3 mesi, nel 2010 in A2 con la Pallacanestro Reggiana, arrivando a una semifinale playoff. Nel 2015 sono stato a Ferrara, una città magnifica con un pubblico caloroso, ma sono stato sfortunato perché sono stato fuori un anno fuori per un infortunio al perone. Lo scorso anno ho fatto 4 mesi a Cremona in A. Un’opportunità magnifica per me, ma non è andata proprio bene, visto che la squadra a fine anno è retrocessa».


Il ricordo più prezioso della sua carriera?


«Il mondiale 2001 in Giappone con l’U21 dell’Argentina. Un sogno, ho giocato con fenomeni come Carlos Delfino e Luis Scola, con i quali abbiamo vinto un bronzo».


Quali allenatori ti hanno trasmesso di più?


Quando ho giocato a La Palma (nelle Canarie) mi allenava Rafa Sanz. È stato un anno i in cui sono molto migliorato e cresciuto. Poi Sergio Hernández (l’attuale coach della nazionale argentina) al Peñarol, Tre anni e due scudetti».


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