Atletica in lutto: è mancato Didonè

L’atletica trevigiana è in lutto. È scomparso improvvisamente, ieri pomeriggio in un reparto dell’ospedale Ca’ Foncello, Adriano Didonè. Avrebbe compiuto 63 anni lunedì prossimo. È stato uno dei più grandi dirigenti e giudici della Marca: da oltre 40 anni è stato il promotore dell’attività del Centro Sportivo Italiano, (oggi era il factotum, a stretto contatto con il responsabile provinciale Giuseppe Bosco), dopo aver ricoperto a lungo l’incarico di coordinatore provinciale. Ed era tuttora uno dei riferimenti per la Fidal: era uno dei due giudici nazionali trevigiani, settore lanci (l’altro è Luciano Cestaro).
In gioventù era stato pesista e discobolo con l’Audax Fontane. Aveva gareggiato con buoni risultati a livello giovanile, passato senior era arrivato ai vertici regionali. Poi la scelta di passare dall’altra parte della barricata, anche perché aveva cominciato a lavorare: verniciatore in una carrozzeria industriale di Olmi di San Biagio, specialità autobus e pullman.
Dirigente, giudice, animatore. In qualunque veste, era instancabile. «Aveva una capacità organizzativa straordinaria», dicono commossi gli amici, «senza di lui le cose non sarebbero andate avanti, e lo sapevano tutti». Era un trascinatore, grande amante della compagnia: leggendarie alcune serate conviviali con gli altri dirigenti e giudici.
Campestri o meeting, raduno o campionati, grandi eventi. Adriano c’era sempre, in pista. Fino a due settimane fa, a Paese. Ma negli ultimi giorni, improvvisamente, si era aggravato per una ricaduta: gli è stata fatale una crisi respiratoria. Quattro anni fa aveva subito un delicato intervento. Aveva appena ricevuto i dirigenti del Csi, per preparare il prossimo meeting, e poco prima aveva salutato gli amici di una vita andati a trovarlo. Vano l’allarme dei degenti vicini: in pochi istanti Didonè era spirato.
Vastissimo il cordoglio, sia nel Csi che nella Fidal. «Un dirigente esemplare, per passione e spirito di servizio», dice chi l’ha conosciuto da vicino, «Csi e Fidal gli devono tantissimo».
Lascia l’anziana madre, ospite di una casa di riposo, la sorella, il cognato e due nipoti. I funerali forse venerdì, nella chiesa di Santa Bona.
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