L’Enpa fa causa civile: chiesti i danni al cacciatore che ha ucciso il gatto Birillo

Il pensionato ha patteggiato e pagato 930 euro: l’associazione protezione animali continua la battaglia

Diego Bortolotto
Il gatto Birillo, ucciso a fucilate da un cacciatore
Il gatto Birillo, ucciso a fucilate da un cacciatore

 

«Sosterremo ancora Lorella, è una signora fantastica che per anni ha dovuto subire soprusi da questo individuo». Enpa Treviso continuerà a essere a fianco di Lorella Allegranzi, la donna di San Vendemiano che si era vista uccidere il gatto Birillo a fucilate da un cacciatore settantenne.

L’uomo, per ottenere uno sconto di pena, ha dato un minimo risarcimento di 200 euro all’associazione Gattivagabondi.

Causa civile

La vicenda potrà avere strascichi in sede civile, dopo che nel penale il cacciatore ha patteggiato 930 euro di multa per avere massacrato a colpi di fucile il gatto, che aveva solo un anno di vita. Il gatticidio si era verificato nel luglio 2020, ma la sentenza è arrivata solo dopo cinque anni.

Grazie al lavoro degli avvocati Paola Semenzin e Marco Fornasiero, che si erano opposti all’archiviazione, si è arrivati a una condanna, seppur minima.

«Purtroppo le nuove normative non sono applicabile retroattivamente e il responsabile se l’è cavata così con una multa che non è abbastanza. Non c’è stata solo l’uccisione del gatto, ma anche la sofferenza della signora che ha lottato per avere giustizia. Il cacciatore ha tenuto un atteggiamento di supponenza inaccettabile. Vanno tutelate anche le persone», afferma Valentina Perin, presidente di Enpa.

 

L’associazione per la protezione degli animali si era già costituita parte civile nel processo penale. Non è stato possibile applicare la legge Brambilla che ha inasprito le pene, perché anche se il giudizio è arrivato quando era già in vigore, per il diritto italiano si applica la norma più favorevole all’imputato.

La caccia

Ieri si è aperta la stagione della caccia anche nella Marca e in Veneto. «Quella persona aveva un’arma, un fucile da caccia che per fortuna gli era presto stato tolto dalle autorità (prefettura e questura gli avevano ritirato tutte le armi e la licenza di caccia, ndr).

Servono maggiori controlli per la sicurezza pubblica, chi ha un’arma deve essere più controllato anche dal punto di vista psicofisico ed essere ritenuto idoneo a usarla correttamente», conclude la presidente di Enpa. 

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