Ventenne morta nel sonno, gli amici: "Ha bevuto solo un cocktail"
Gli amici di Veronica davanti al pm che sta indagando sul misterioso decesso. La 19enne ha donato le cornee

Veronica Squizzato
CASIER.
«Sabato notte Veronica non ha assunto droghe. Ha bevuto solo un cocktail». Questa la testimonianza fornita ieri davanti al pm Giovanni Valmassoi dai tre amici che hanno trascorso le ultime ore con Veronica Squizzato, 19 anni, trovata morta dalla madre all’alba. Era rientrata da poco dalla discoteca.
I tre amici sono stati ascoltati dal pm: solo dopo aver valutato gli esiti delle analisi tossicologiche ed il referto dell’esame autoptico sul corpo della bella studentessa, che dovrebbe essere svolto in giornata, il magistrato valuterà l’opportunità di aprire un fascicolo. I tre ragazzi hanno ribadito come sabato notte, mentre ballava sulla pista della discoteca «Il Muretto» di Jesolo, Veronica non avesse bevuto altro che un’Havana Cola, drink in voga tra i giovani. Sono gli stessi amici, anche attraverso Facebook, a confermare come Veronica bevesse a fatica e fosse una ragazza che non amava gli eccessi. Sabato sera il gruppetto di trevigiani aveva deciso di trascorrere la serata nel locale di Jesolo.
Veronica amava la musica e la discoteca. Lei stessa si dilettava a fare la deejay. Alle 4 di mattina, gli amici hanno riportato la ragazza a casa della madre Patrizia Testi, che vive al civico 3 di via Vecellio a Dosson. Veronica ha scambiato qualche parola con la mamma che l’ha aspettata sveglia, poi si è coricata. Nulla lasciava presagire la tragedia. «Attorno alle 5, la madre si è svegliata sentendo il suo respiro pesante - racconta scosso dal dolore papà Michele Squizzato, imprenditore 50enne - ha provato a svegliarla, invano. Credeva che Veronica si fosse addormentata profondamente. E’ quindi andata a letto, ma non riusciva a dormire. Alle 6, tornata in camera di Veronica, si è accorta che non respirava più».
Il terrore cala sull’appartamento di via Vecellio. La donna, in preda al panico, chiama il padre di Veronica, che abita a Mogliano. Immediata la chiamata al Suem. Il medico tenta per quaranta lunghissimi minuti di far riprendere il battito cardiaco. Ma il cuore di Veronica si è già fermato. Sarà l’autopsia a dover far luce sulle cause della disgrazia. I genitori hanno confermato come la ragazza non soffrisse di particolari patologie né che di recente fosse stata malata. La famiglia Squizzato si è chiusa nel dolore. «Veronica era piena di vita, solare, bella. Tragedie come questa non dovrebbero mai accadere - dice papà Michele - questa volta, però, è successo a noi. Non si può far altro che pregare per lei». Dopo il diploma al liceo classico, indirizzo linguistico, al Collegio Astori di Mogliano, Veronica - che avrebbe compiuto 20 anni a settembre - si era iscritta al primo anno di Scienze della Comunicazione a Trieste.
Aveva tanti amici che ora la piangono su Facebook. «Mi manca il tuo sorriso, la tua voce: tutto, praticamente. Sei indimenticabile», scrive Nicolò. «La vita è un brivido che vola via, a volte ingiustamente. Un bacio Squiz», aggiunge l’amica Chandra. In un estremo atto d’amore, la famiglia Squizzato ha autorizzato l’espianto delle cornee, consentito dall’esito negativo degli esami. Gli occhi scuri di Veronica potranno così continuare a brillare. I funerali, che saranno fissati non appena il magistrato concederà il nullaosta, verranno celebrati a Mogliano.
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