Caso Venezi, lo sciopero a campo Sant’Angelo: “Con la nostra musica stiamo facendo resistenza”
Nel pomeriggio di venerdì 17 ottobre lo sciopero indetto dai sindacati contro il nuovo direttore artistico della Fenice Beatrice Venezi. «Il teatro è di tutti, non solo di chi ha “i schei”» ha detto al microfono Marco Trentin di Fials, dopo aver suonato al violoncello l’inno nazionale

E’ iniziata con le percussioni l’assemblea-concerto della Fenice in campo Sant’Angelo.
«Non è un battaglia personale, non è ideologica: è artistica e profondamente culturale», sottolinea Emiliano Esposito della Rsu del teatro, «Chiediamo che le nomine siano fondate su merito e ascolto, chiediamo che la fenice resti un tempio della musica e non un palco per la propaganda. Il nostro sciopero di oggi, il concerto che offriamo sono atto di amore per il nostro pubblico. Ringrazio la cittadinanza e invito tutti a restare e capire perché oggi, con la nostra musica stiamo facendo resistenza. La cultura si costruisce insieme». A dare il proprio sostegno, tra le centinaia di persone in campo, anche l’attrice Ottavia Piccolo.
Prima i tre minuti di silenzio per i carabinieri caduti nella strage di Verona, poi l’inno di Mameli. Mentre campo Sant’Angelo è già pieno, continuano gli interventi.
«Il teatro è di tutti, non solo di chi ha “i schei”», dice al microfono Marco Trentin di Fials, dopo aver suonato al violoncello l’inno nazionale.
Trentin fa riferimento alle parole del sindaco e presidente della Fondazione teatro La Fenice Luigi Brugnaro. «Il sindaco ci ha detto che con le grandi doti Venezi farà esplodere il botteghino», dice Trentin, mentre le centinaia di persone accorse in campo fischiano al primo cittadino.
«Stateci vicino, la lotta sarà ancora lunga. Stateci vicino perché il teatro è di tutti noi, è il mondo che ci sostiene. E non dovrà mai andare nelle mani dei venditori di paccottiglia», conclude Trentin. Poi, prende la parola Mauro Vianello di Fistel Cisl. «Uno dei maggiori responsabili di questa situazione è il sovrintendente, aveva detto delle cose e ne ha fatte altre, non è più affidabile», sottolinea Vianello.
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