Treviso. Primo maggio, negozi del centro tutti aperti

Pochissimi negozi del centro rispetteranno la festa dei lavoratori. Durissima la presa di posizione dei sindacati
Primo maggio tutti aperti per crisi. O quasi. Fra i negozi del centro sono pochissimi quelli che hanno deciso di rispettare la festa dei lavoratori. Durissima la reazione di Cgil, Cisl e Uil: «Confcommercio non rispetta i patti».


Fra chi terrà le serrande abbassate ci sono Acqua e Sapone, Goppion, Mazzoli, Bottegal, Giorgio Benetton e la libreria Canova, «come tutti gli anni», dice il titolare. Fra coloro che terranno le serrande alzate invece ci sono Almaplena, Sisley, Nara camicie, And, Gas, Extrà, Cappelletto, Duca D’Aosta, Rione Fontana, Miozzi, Bertòs, Pupin calzature (ma solo al mattino perché in piazza del Grano c’è il mercato), la libreria UbikLab, Benetton, Coin, Oviesse e, fra i locali, Muscoli, il bar Borsa e Brek.


Insomma il centro, almeno per quel che riguarda Calmaggiore e le zone più battute dai turisti, rimarrà pressoché aperto soprattutto il pomeriggio (in particolare i negozi in prossimità di piazza dei Signori dove si terrà la manifestazione dei sindacati).


Durissima la presa di posizione dei sindacati. Fisascat-Cisl, Filcams-Cgil e Uiltucs-Uil, ossia i rappresentanti dei commercianti, fanno riferimento all’accordo sulle aperture domenicali e festive nelle città d’arte sottoscritto con l’Ascom nell’ottobre 2008. Il testo impegnava le organizzazioni enti locali e Regione affinché «non siano previste deroghe per le giornate festive del primo gennaio, 25 aprile, Pasqua, 1 maggio, 2 giugno, 15 agosto, 2 novembre, 25 e 26 dicembre».


A questo accordo si rifanno le organizzazioni per chiedere ai negozianti di rimanere chiusi. «Tenere aperto il 1 maggio è inopportuno - dice Mirco Ceotto, segretario Fisascat-Cisl - E’ incredibile che nella giornata della festa dei lavoratori, ci siano clienti che preferiscono fare la spesa piuttosto che godersi la festa in famiglia. Alla stessa famiglia, il 1º maggio è “vietato” andare dal medico, in ospedale, in posta cambiare un assegno in banca».


Luigino Tasinato, segretario Filcams-Cgil Treviso, aggiunge: «Contestiamo l’apertura festiva dei negozi anche nelle città d’arte. La legge non fa alcun distinguo, servirebbe invece una distinzione tra i negozi destinati ai turisti e quelli no. L’interpretazione estensiva della legge ha portato alla sua stortura e il prezzo finiscono per pagarlo soprattutto commesse e lavoratori».


Gli fa eco Massimo Marchetti, segretario generale Uiltucs-Uil Treviso: «Assistiamo ad una sempre maggiore tendenza all’apertura degli esercizi, ma allora perchè non permettere alle persone anche di andare in banca il sabato, che, tra l’altro, non è nemmeno festivo».

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