Accoltellamento mortale a Treviso, a sferrare il fendente è stato il quindicenne

Il tribunale dei minori ha convalidato la misura restrittiva in cella per il ragazzo. A incastrarlo la testimonianza di un’amica di Francesco Favaretto, vittima dell’agguato

Marco Filippi
Via Castelmenardo, luogo dell'accoltellamento mortale
Via Castelmenardo, luogo dell'accoltellamento mortale

A ferire alla gola Francesco Favaretto con il coccio di vetro di una bottiglia di vino è stato il quindicenne rinchiuso ora nel carcere minorile di Treviso. A incastrarlo la testimonianza dell’amica del 22enne di Treviso, morto in un letto dell’ospedale Ca’ Foncello undici giorni dopo l’aggressione di via Castelmenardo.

Per questo motivo, nei suoi confronti è stata emessa la misura cautelare più grave, quella della detenzione nell’istituto minorile di Santa Bona. Stessa misura, ma in carcere, per Toluwaloju Mclinkspual Ade, 19 anni di Ponte di Piave, e ad Angelo Riccardo Ozuna, 18 anni di Treviso, i due maggiorenni finiti in manette con l’accusa di omicidio volontario.

Angelo Riccardo Ozuna, uno dei presunti killer di Favaretto
Angelo Riccardo Ozuna, uno dei presunti killer di Favaretto

Il suo arresto è stato convalidato dal tribunale dei minorenni di Venezia e rimane in carcere. Sarebbe stato, inoltre lui, a pronunciare la frase «l’ho quasi ammazzato» mentre era al telefono con un altro indagato senza sapere di essere intercettato dagli agenti della squadra mobile di Treviso.

Continuano nel frattempo le indagini degli agenti della questura sull’aggressione del 12 dicembre scorso in via Castelmenardo, in pieno centro a Treviso costata la vita a Francesco Favaretto. Il bilancio è di 10 giovani indagati a vario titolo per omicidio, rapina e porto abusivo di arma bianca. Quattro sono maggiorenni e sei minorenni.

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La scena del tentato omicidio in via Castelmenardo

Tra i maggiorenni, indagata a piede libero c’è A.T., 19 anni di Ponte di Piave (difesa dagli avvocati Sabrina Dei Rossi e Barbara Mertens), una ragazza d’origine senegalese che è stata filmata mentre brandiva una bottiglia di prosecco che avrebbe poi lanciato contro la vittima e M.P., 19 anni di Treviso (difeso dall’avvocato Mario Nordio), che è accusato, a piede libero, soltanto di rapina. A entrambi sono stati sequestrati i cellulari e i vestiti usati la sera della tragedia in centro a Treviso. Sul cellulari la Procura disporrà una perizia per estrapolare conversazioni su chat tra gli indagati, subito dopo l’aggressione.

Tutti gli altri minorenni coinvolti nell’indagine hanno fatto parte della spedizione contro Favaretto che aveva lo scopo di derubarlo dell’hashish. Probabilmente Favaretto aveva intuito le intenzioni del gruppo e gli animi si sono surriscaldati all’atto dello scambio soldi-droga. E stato in quel momento che è scattata l’aggressione in due diverse riprese.

Secondo la super-testimone, anche due ragazze hanno partecipato all’aggressione colpendo Favaretto con delle bottiglie in testa. Un’azione che sarebbe stata registrata dalle telecamere di via Castelmenardo. Sul corpo della vittima sarebbero state riscontrate altre ferite da arma da taglio, inferte con un coltello usato da uno dei due maggiorenni arrestati per omicidio.

Sarà l’autopsia a stabilire se uno o più fendenti siano risultati mortali. Il sostituto procuratore Giulio Caprarola ha incaricato il medico legale trevigiano Alberto Furlanetto ad effettuarla. Lunedì 30 a mezzogiorno sarà conferito l’incarico a Furlanetto che, con ogni probabilità, eseguirà l’esame autoptico nel pomeriggio.

Stando a quanto s’è appreso anche le difese affiancheranno dei consulenti di parte a quello della Procura.

Scontate le analisi dei tessuti per vedere se la vittima fosse in preda a sostanze stupefacenti. Secondo le testimonianze raccolte dalla polizia, Favaretto sarebbe stato sotto l’effetto di ketamina al momento dell’aggressione. Soltanto dopo l’autopsia, la Procura darà il nulla osta per la sepoltura della salma del 22enne trevigiano che sognava di fare il cuoco.

Nel frattempo le forze dell’ordine hanno aumentato i controlli in centro città, soprattutto nelle zone più calde come la stazione degli autobus all’ex Siamic, l’area della stazione ferroviaria e via Roma, e lo faranno anche a Capodanno. L’omicidio di via Castelmenardo ha lasciato una ferita profonda nella comunità trevigiana.

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