TRAGEDIA NEL TREVIGIANOVuole lasciarlo: la uccide e si spara
Francesco Rizzi, 61 anni, ora è in condizioni disperate al Ca’Foncello

MIANE. L’ha uccisa con due colpi di pistola, alla testa e al collo, rimanendo a vegliarla per tutta la notte prima di spararsi alla tempia. Ora Francesco Rizzi, 61enne di Miane, è in fin di vita al Ca’ Foncello, piantonato dopo l’omicidio della moglie Laura Adelaide Leduc, 50 anni. La tragedia che ha sconvolto la comunità di Miane si è consumata tra la serata di lunedì e il pomeriggio di ieri in una villetta di via IV Novembre, la strada che si arrampica sul colle. Quando la rabbia di Francesco Rizzi, 61enne rappresentante di vernici in passione, si è tramutata in un raptus omicida nei confronti della 50enne Laura Adelaide Leduc, spostata in seconde nozze nel ’98. La donna, originaria di Parigi, negli ultimi mesi gli aveva manifestato l’intenzione di lasciarlo.
Proprio il movente passionale sarebbe la causa del delitto: lunedì sera l’uomo ha atteso che la moglie venisse in camera da letto, mettendosi il pigiama che utilizzava spesso. E proprio mentre stava per coricarsi il marito l’ha raggiunta, ha estratto una pistola e le ha sparato due colpi letali, uno al collo e l’altro alla testa. La donna sarebbe molta quasi sul colpo, come riscontrato poi dai primi esami compiuti dai medici legali. Ma dopo il raptus Francesco Rizzi è rimasto sotto shock, già disperato per il gesto compiuto. Tanto che sarebbe rimasto in camera da letto con la donna fino alle prime luci dell’alba, e ieri mattina ha scelto di spararsi a sua volta un colpo alla tempia. Si è disteso a letto, di fianco alla sua compagna di vita, e ha premuto il grilletto.
E’ stato il figlio Ronnie - 30enne nato dalla relazione con la prima moglie, Paola, morta 19 anni fa per un infarto - a capire che probabilmente era accaduto qualcosa: per tutta la mattinata di ieri ha tentato di mettersi in contatto con il padre, poi ha chiamato il Suem, preoccupato. Così un’ambulanza è arrivata nella villetta appena sopra la piazza di Miane, scoprendo il cadavere e trovando l’uomo in fin di vita. Poco dopo le 16 un elicottero del Suem si è alzato dal Ca’ Foncello per cercare di salvare l’uomo, trasportato d’urgenza in sala operatoria: un lungo intervento chirurgico, terminato alle 19.30, è stato necessario per tentare di salvare la vita dell’uomo, tutt’ora appesa a un filo a causa dei gravissimi danni riportati al cervello e al volto. Francesco Rizzi è piantonato dai carabinieri, è in stato d’arresto con l’accusa di omicidio volontario aggravato dai vincoli di parentela.
Sul posto è arrivato il pubblico ministero Claudio Pinto che, dopo oltre un’ora passata all’interno della casa - soprattutto in camera da letto - ha confermato le ipotesi iniziali. «Le indagini sono in fase avanzata - ha detto - l’ipotesi è che l’uomo abbia ucciso la moglie e poi abbia tentato di togliersi la vita. Entrambi sono stati trovati in camera da letto». Incessante il lavoro dei carabinieri di Vittorio Veneto, guidati dal capitano Giancarlo Carraro, all’interno della villetta di via IV Novembre a Miane.
Nell’abitazione i militari dell’Arma hanno ritrovato anche un fucile, conservato in soffitta: le due armi, che Rizzi aveva denunciato regolarmente, erano un vecchio regalo del padre. Lo hanno confermato i due figli dell’uomo, Ronnie e Gloria Rizzi, che da tempo vivono a Tambre: ieri sono rimasti a lungo fuori dalla casa, disperati a parlare con i militari, confermando che Laura aveva deciso di troncare la relazione e di partire proprio nei prossimi giorni per la Francia, suo paese d’origine. Forse per non tornare più. «E’ un momento terribile, papà è gravissimo», sono state le uniche parole che il secondogenito ha detto a una parente prima di venir ascoltato nuovamente, assieme alla sorella, in caserma a Cison. Mentre il padre rimaneva gravissimo, aggrappato a quella vita che, dopo aver ucciso la moglie, non valeva più la pena di vivere.
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