Topolino, pin up e svastiche

Max Papeschi  ha trasformato, grazie alla computer graphics digitale, visioni irriverenti in provocatorie immagini un-politically correct. La mostra "My little Adolf" apre sabato alla galleria Spazio Bevacqua Panigai di vicolo San Pancrazio a Treviso. Papeschi: "Non è arte per benpensanti"
E' possibile anche solo immaginare Adolf Hitler vestito da Topolino, oppure Mickey Mouse in divisa da poliziotto nazista? O ancora Paperino tra le paludi del Vietnam e Ronald McDonald (il noto clown del fast-food) armaiolo? Visioni a dir poco irriverenti, caustiche, al limite del blasfemo. Visioni che l'artista pop Max Papeschi, milanese, ha trasformato, grazie alla tecnica della computer graphics digitale, in provocatorie immagini un-politically correct in mostra da sabato alla galleria Spazio Bevacqua Panigai di vicolo San Pancrazio a Treviso. La vernice di «My little Adolf» - così si intitola l'audace esposizione con oltre 30 opere di Papeschi - si terrà alle 19 alla presenza dell'artista che avverte: «Chiunque è il benvenuto, ma la visione è sconsigliata ai facilmente impressionabili e ai benpensanti». La stampe digitali in galleria sono, infatti, rivoluzionarie e dissacratorie. Svelano i legami di potere nella storia dell'umanità con la sovrapposizione di icone e simboli universalmente noti: dalla svastica alla bandiera americana, dal fungo atomico ai personaggi dell'industria cinematografica di Walt Disney. Polemico artefice di paradossi visivi, Papeschi arriva all'arte digitale dopo un'esperienza da regista e autore teatrale, televisivo e cinematografico. Come artista figurativo il suo approccio alla cosiddetta «art-world» è stato d'immediato successo sia di pubblico che di critica grazie alla sua accattivante rielaborazione delle figure della modernità da cui scaturisce una dura condanna all'odierna società consumistica e violenta.


Il suo pop iconoclasta cita l'American Life e la rivela nei suoi orrori in maniera ironicamente realistica attraverso una poetica dai fortissimi contenuti sociali e dal taglio sarcastico. Topolino, i presidenti americani, Hitler, le pin up anni '50, i simboli religiosi, sono forti riferimenti del nostro immaginario collettivo che, come in un incubo, si confondono dando vita a visioni destabilizzanti non tanto perché inedite nella loro crudeltà, quanto perché chiamano in causa i nostri stessi valori, la nostra esistenza caratterizzata da un'etica perversa fondata sulla sete di potere. L'artista milanese inventa un'estetica velatamente fanciullesca, per mettere a nudo una società fatta di miti costruiti ad hoc per nascondere errori e ipocrisie e per denunciare l'imposizione di stili di vita, di pensiero e di consumo, da parte di governi che oltre a saper usare bene le armi convenzionali hanno estrema dimestichezza anche con quelle mediatiche. Le curatrici della mostra, Lorenza Raffaello e Giulia Canil Dalla Zanna, anticipano sorprese inquietanti per sabato: «Camminando per la città potreste trovare dietro l'angolo un nanetto con le sembianze di Hitler vestito da Topolino, che vi fissa con aria ingenua».


«My little Adolf» resterà allo Spazio Bevaqua Panigai fino al 15 novembre (da martedì a sabato ore 10-13 e 16-19). Informazioni: tel. 0422.1727698.

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