Terzo mandato, si volta pagina. De Poli: «E adesso il candidato»

Il presidente dell’Udc: «Basta perdere tempo: il Veneto ha bisogno di una coalizione coesa e pronta a mettere in campo idee e proposte». Il Pd riunisce il direttivo regionale: si va verso la candidatura di Manildo ma in un documento ci sono anche altri sei nomi

Enrico Ferro
Giorgia Meloni e Matteo Salvini
Giorgia Meloni e Matteo Salvini

L’ipotesi del terzo mandato per i governatori di regione sembra non solo defunta, addirittura superata, visto che già nel centrodestra c’è chi chiede di concentrarsi sulla scelta di un candidato.

Il tavolo annunciato per la giornata di venerdì non c’è stato e anche la Conferenza delle Regioni che sempre venerdì voleva riunirsi per chiedere ufficialmente di spostare le regionali al 2026 è stata stoppata. A Massimiliano Fedriga («Mi auguro sia sempre accesa una fiammella per una discussione che comporta per i cittadini la possibilità di scegliere») è stato chiesto di attendere la settimana prossima, in modo che ci sia prima una valutazione politica.

Ma il tempo è davvero agli sgoccioli. Martedì scade infatti la proroga strappata dalla Lega per la presentazione in commissione Affari costituzionali del Senato degli emendamenti al disegno di legge sul numero dei consiglieri e degli assessori regionali, contenitore in cui il Carroccio aveva annunciato di voler infilare la modifica per rendere possibile la corsa di Luca Zaia in Veneto. E lunedì è annunciato un altro tavolo.

Zaia attende

Il Doge attende e a favor di telecamere sembra fare spallucce di fronte al destino avverso. In realtà, qualcuno dei suoi fedelissimi, dice è furioso nei confronti di Forza Italia.

Il partito di Antonio Tajani e Flavio Tosi ha fatto ostruzionismo nel momento forse decisivo per riaprire la partita. «Del resto», ragiona una fonte qualificata all’interno della Lega «cosa ha concesso Zaia a Forza Italia in questi cinque anni?». Nulla. Nemmeno un posto un giunta. Nemmeno la presidenza di una commissione. Niente di niente.

A Fratelli d’Italia qualche briciola è stata concessa, con l’assessorato prima ad Elena Donazzan e poi a Valeria Mantovan, e infine la vicepresidenza del consiglio regionale ad Enoch Soranzo. Ma comunque poco perché questi partiti tenuti alla catena ora facciano le barricate per chiedere un terzo mandato per Zaia.

«Io penso a governare, non passo le mie giornate a fare telefonate per chiedere il terzo mandato», ha detto il presidente del Veneto, a margine del convegno di PadovaLegge. «Mi dispiace solo che tolgano ai veneti la possibilità di scegliere il nuovo governatore: se sarà così vorrà dire che sarà l’unico che non potrà ricandidarsi».

De Poli: «Basta perdere tempo»

C’è però chi sente l’esigenza di voltare pagina. «Con la conclusione del dibattito sul terzo mandato si apre una nuova fase: ora il centrodestra deve guardare avanti, individuare al più presto il candidato alla presidenza della Regione Veneto e avviare il confronto sui contenuti per costruire il programma unitario», ha detto il senatore Antonio De Poli, presidente dell’Udc, con un insolito tono perentorio. «Non possiamo permetterci di perdere tempo: il Veneto ha bisogno di una coalizione coesa e pronta a mettere in campo idee, proposte e soluzioni concrete per affrontare le sfide dei prossimi anni. La campagna elettorale deve partire subito, con al centro i temi che interessano davvero i cittadini: sanità, lavoro, imprese, infrastrutture, sostegno alle famiglie e alle comunità locali».

Attenzione però, non è finita finché non è finita. E se c’è chi ora sostiene la ricostruzione del bluff collettivo per imbrigliare Zaia, con Salvini che il terzo mandato non l’ha mai voluto per davvero e FdI che ha fintamente riaperto con Donzelli, c’è anche chi dice che Zaia avesse un accordo personale con Giorgia Meloni. Ricostruzioni fantasiose? Molto probabilmente sì. Del resto il dibattito si trascina avanti da più di un anno senza coordinate precise sul pensiero della premier.

La cosa certa è che Forza Italia torna a punzecchiare con Raffaele Nevi, vicepresidente vicario dei deputati azzurri e portavoce del partito, tornando sul baratto “terzo mandato-ius scholae” proposto da Tajani. «L’apertura della Lega, per bocca del presidente Zaia, al progetto di Forza Italia sullo ius scholae, è di buon senso e costituisce un’ottima base di partenza per un ragionamento comune. Questo è lo spirito che anima da sempre il centrodestra». Essendo noto cosa pensi Matteo Salvini dello ius scholae, più che un’apertura sembra una presa in giro.

In casa Pd

Ma nella giornata di venerdì si è riunito anche il direttivo regionale del Pd, con un unico punto all’ordine del giorno: le elezioni regionali. C’erano un’ottantina di persone, tra cui parlamentari, consiglieri regionali e dirigenti.

Il segretario veneto Andrea Martella ha fatto una relazione molto chiara, durante la quale ha rivendicato il lavoro fatto. È stato proposto uno schema in cui si prende atto che la figura di Giovanni Manildo è quella più unitaria ma sono stati inseriti anche altri 6 nomi proposti dalle province: Gianni Dal Moro, Alessia Rotta, Federico Benini, Vanessa Camani, Laura Puppato e Chiara Luisetto.

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