Tagliarol, spada d'Oro Treviso Olimpica
E’ trevigiano il primo oro olimpico a Pechino 2008: Matteo Tagliariol (foto a sinistra), venticinquenne punta di diamante della Nazionale azzurra di spada, sebbene all’esordio nei Giochi olimpici. Porta in dote all’Italia la medaglia più preziosa, stravincendo la finale contro il quotatissimo francese Jeannet, esterrefatto dagli assalti subìti. Un grande exploit, 48 anni dopo il successo di Giuseppe Delfino, a Roma ’60, che vale al nuovo campione olimpico il primo posto nel ranking mondiale di specialità. L’allievo ha dedicato la medaglia al suo maestro, il trevigiano Ettore Geslao, 75 anni, da quattro mesi ricoverato in Lungodegenza al Ca’ Foncello, per un ictus.

epa01438732 Matteo Tagliarol from Italy bites his gold medal after winning the men's individual epee competition at the Beijing 2008 Olympic Games, Beijing, China, 10 August 2008. EPA/DANIEL DAL ZENNARO
«Vincere un’Olimpiade è sempre stato il mio sogno. Non credevo di riuscirci al primo colpo: ora possiamo vincere anche nella squadra». Matteo Tagliariol guarda già avanti. Arriva dall’Italia l’eco di una gioia che fa di lui un eroe: «Sono contento di aver regalato all’Italia quest’oro, e di essere italiano» sono state le sue prime parole, prima di affondare nell’abbraccio della squadra. E’ un ragazzo bello, ha quell’invidiabile dote di chi suscita simpatia con uno sguardo: «Dico sempre che la mia giornata dipende da come mi sveglio al mattino, e oggi mi sono svegliato bene, caricato al punto giusto. Sono del Capricorno, oggi avevo l’oroscopo giusto». E’ uno impetuoso che spacca le spade: «Troppe volte sono arrivato secondo, non volevo più accontentarmi. La chiave tattica? Jeannet si aspettava da me un altro tipo di scherma, l’assalto al ferro. Io invece ho scelto una tattica più lineare. Alla fine il francese era una statua di delusione, parlava a fatica: lui ci credeva troppo, l’ho sentito dire». Ha aspettato questo momento per una vita, e quanto a crederci, ci ha creduto sempre: «Adesso sto così bene che potrei fare un’altra gara. Mi sentivo davvero in forma ed è diventato il giorno più bello finora della mia vita. Sentivo che era la mia giornata e ho preso la palla al balzo. Nella spada vince chi coglie l’attimo». Jeannet era uno dei suoi idoli e continuerà ad esserlo: «Ma oggi il migliore sono stato io». E poi: «Noi della spada non vincevamo nell’individuale da quasi 50 anni, spero ci saranno altri ori dopo questo. Nella gara a squadre si può ripetere l’oro di Sydney, questa squadra è più forte di quella di allora. Il problema semmai sono io, nella gara a squadre io tiro peggio». La dedica più toccante e sentita è quella per il primo maestro, Ettore Geslao, che è gravemente malato e che Matteo ha idealmente portato sul podio. Con i 140 mila euro di premio comprerà una casa, e poi un pc e un Ipod. L’unica nota stonata è per il suo maestro attuale, Mazzoni, che a fine anno andrà ad allenare la Svizzera. «E’ una cosa che non mi fa pensare bene, però con l’oro sono consapevole che posso andare avanti comunque».
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