Sub di 29 anni muore annegato alla Baita del lago

Paolo Pierobon, era sceso in apnea con un amico, nel laghetto artificiale in via Pagnana, a Castelfranco. Alla terza immersione non è più risalito. I sommozzatori hanno recuperato il corpo a otto metri di profondità. A tradirlo, forse, un malore
CASTELFRANCO.
Doveva essere un'immersione come tante altre in apnea, ma qualcosa sotto le acque del laghetto artificiale della «Baita», in via Pagnana, ieri non ha funzionato. Paolo Pierobon, 29 anni, di Cittadella (Padova), è rimasto sotto. Erano le 18.30 di ieri quando è scattato l'allarme. A darlo l'amico Cristiano Fabris, operaio residente a Cittadella in via Pozzetto, con cui si stava allenando.


I due, finito il lavoro, si erano precipitati al laghetto della «Baita». Paolo si era tolto la tuta da carrozziere, aveva preso l'attrezzatura. Si era messo la muta e con l'amico avevano iniziato a esercitarsi. Venivano spesso alla «Baita» di Gianfranco Brugnaro, conoscevano benissimo i gestori. Ieri Paolo e Cristiano scendevano prima l'uno e poi l'altro: un ottimo sistema per controllarsi a vicenda. «Ho problemi a un orecchio - ha confessato Cristiano a Paolo - E' meglio se resto fuori».


Paolo, brevetto di apneista di secondo grado, ha invece continuato a immergersi. E' sceso in apnea una volta, è risalito. E' tornato in acqua, è rimerso. E poi alla terza immersione non è più risalito. Cristiano, con il cuore in gola, si è gettato in acqua, ma non l'ha scorto e ha subito dato l'allarme. Sono arrivati i soccorritori: i sommozzatori dei vigili del fuoco di Vicenza, i pompieri di Castelfranco e Treviso, medico e infermieri del Suem e i carabinieri. I sub si sono calati nelle acque del laghetto e hanno recuperato Paolo a otto metri di profondità.


Lo hanno portato a riva dove si è tentato l'impossibile per far ripartire il suo cuore. Purtroppo per lui non c'era nulla da fare: al medico non è rimasto dichiararne la morte per sincope da apnea. E sul laghetto è tornato l'incubo, lo stesso che si era posato a fine agosto dell'anno scorso quando le acque di via Pagnana inghiottirono per sempre Roger Favero, 33 anni, e l'amico Italo Serafin, 55, entrambi di Possagno. In via Pagnana ieri sera sono arrivati gli amici e i familiari di Paolo. Un corteo disperato a piangere un'altra vittima del lago della «Baita», frequentatissimo da sub di ogni dove. Sulla morte di Paolo indagano i carabinieri che già ieri sera hanno sentito gli amici del giovane, testimoni della tragedia. A tradire Paolo un malore.


Il giovane carrozziere abitava a Cittadella in via Compostella. Ieri sera con parenti e amici è arrivato anche il titolare del'officina in cui lavorava a Cittadella. Tutti sotto shock.

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