Studi di settore, il 90% non ha pagato
Ieri l'ammutinamento di artigiani e commercianti in occasione della scadenza dei versamenti col modello Unico: tutti hanno deciso di rinviare. E le associazioni chiedono al governo la cancellazione della mora dello 0,4%
«Oggi non paghiamo, e non vogliamo nemmeno pagare la mora per il ritardo». Sulla scadenza di ieri, data in cui artigiani e commercianti sottoposti agli studi di settore avrebbero dovuto pagare le imposte con il modello «Unico», Mario Pozza passa come un tir in corsa che travolge la sbarra del posto di blocco. «Credo che il novanta per cento dei nostri associati non abbia pagato entro oggi - ha detto ieri il presidente provinciale di Confartigianato - la prossima scadenza è fissata per l'8 di agosto, e quasi tutti intendono aspettare». Stesse stime dalla Cna: nove su dieci non hanno pagato.
Ma perché questo “ammutinamento” collettivo? «Per vedere se succede qualcosa di nuovo - dice Pozza - e anche perché la mora dello 0,4% è decisamente bassa. La riteniamo comunque una maggiorazione ingiusta, e chiederemo al governo di non doverla pagare».
Dopo la protesta di piazza e l'ottenimento di alcune promesse di revisione da parte del governo sugli studi di settore, insomma, artigiani e commercianti hanno deciso di fare la classica “melina” in stile calcistico, di prendere tempo e di vedere l'effetto che fa. «Intanto non paghiamo - dice il presidente provinciale di Confartigianato, l'uomo che ha guidato la “rivolta” di piazza dei Signori - poi domani abbiamo un direttivo regionale nel quale decideremo una posizione comune da portare a Roma». Una presa di posizione comune, di fatto, già c'è: è quella di chiedere al governo di non pagare la “mora” per il ritardo, già fissata in una percentuale dello 0,4% sulle imposte dovute. «Cifra bassa, ma comunque ingiusta - dice Pozza - e non intendiamo pagarla».
Stessa, ferma convinzione per Giuliano Rosolen, direttore provinciale Cna: «Non vogliamo pagare la mora, non è giusta, molti di noi sono in ritardo con la dichiarazione dei redditi perché sono arrivate tardi alcune nuove disposizioni fiscali, come quelle sulle detrazioni legate alle auto aziendali». Sintonia fra Cna e Confartigianato c'è anche in merito ai numeri di questo “boicottaggio” della scadenza di ieri (scadenza già prorogata di 20 giorni dall'Agenzia delle Entrate rispetto alla data inizialmente prevista, ovvero il 18 giugno): «I nostri uffici fiscali - dice Rosolen - mi confermano che ha pagato solamente circa il dieci per cento degli associati». Palla rinviata allora al prossimo 8 agosto. E in quella data cosa succederà? «Per quel giorno, credo che la maggioranza sarà a posto e pagherà», dice Rosolen, che preannuncia la prossima “battaglia” delle categorie degli autonomi: «Vogliamo mettere in moto un processo di informatizzazione telematica delle banche dati sulla regolarità del lavoro nelle imprese. Oggi, se manca il registro cartaceo dei dipendenti, ci sono sanzioni anche di quattromila euro, assurdo. Per questo chiediamo un processo di invio telematico, e abbiamo già proposto Treviso come bacino sperimentale per questa novità a livello nazionale».
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