Studente seviziato, due anni di orrore

Quattro minori accusati di violenza nei confronti di un loro compagno. Le torture, filmate e titolate, su Youtube: bruciato, sporcato, infilzato con un amo, costretto a subire abusi sessuali "per farsi accettare dal gruppo". Poi una madre per caso scopre tutto e va a denunciare il figlio
Lo cospargevano col gas e lo bruciavano, gli infilavano ami da pesca nelle carni, gli facevano bere urina, lo picchiavano con lo spazzolone del water. Sono solo una parte delle violenze a cui era sottoposto un ragazzino da parte di quattro suoi compagni. Il tutto veniva filmato e messo su Youtube. Nei giorni scorsi sono state chiuse le indagini sulle violenze che sono durate due anni: dal dicembre 2005 al 2007.


 A finire nei guai 4 ragazzi, tutti minorenni all’epoca dei fatti contestati dal pm Gustavo Sergio. Oggi sono più grandi: si tratta di due ventenni, uno di 18 anni e uno di 17. Choccanti i racconti delle violenze a cui era sottoposto il ragazzo che aveva detto di aver sopportato tutto «per farsi accettare nel gruppo».


 Scaldavano posate e gliele lanciavano contro, lo costringevano a masturbarsi e a cantare contemporaneamente, mentre loro riprendevano tutto con i videofonini. L’accaduto riporta ai drammatici particolari della vicenda che ha visto protagoniste le «belve di Musano». Ma non è finita: veniva picchiato con lo scopettone del water, gli avevano smontato il motorino, lo cospargevano di maionese. Sono decine e decine i video, contenuti in tre file, tutti analizzati dai Ris di Parma. Ogni impresa del branco veniva ampiamente documentata e caricata su Youtube, il sito internet dove vengono inseriti i video fatti in proprio. Ogni filmato veniva anche titolato: «La foresta del down» se riprendevano le parti basse della loro vittima, oppure «lap dance» quando lo facevano cantare e ballare nudo.


 A scoprire questa drammatica realtà era stata la mamma di uno dei ragazzi ora indagati. Per caso ha trovato sul tavolo di casa, vicino al computer del figlio, un Cd-Rom. Forse pensando che contenesse alcune fotografie l’ha caricato e visto il contenuto. Erano decine e decine di filmati, divisi in tre file, di violenza nei confronti di un ragazzo. Dopo essersi ripresa dallo choc ha deciso di non nascondere la cosa ma, anzi, di presentarsi dai carabinieri per denunciare quanto aveva scoperto.

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