Scomunica al bar delle bestemmie

«Bestemadora» apre a due passi dell’abbazia, i frati insorgono
FOLLINA
. «Quel nome è una cattiveria: chiederemo al sindaco di prendere provvedimenti». Apre il bar «La Bestemadora» a due passi dall’abbazia di Follina. E i frati insorgono. Ma anche alcuni paesani, che non hanno gradito. Sono i poveri fraticelli però a pagare lo scotto più pesante: dalle loro finestre, tra un rosario e l’altro, arrivano bestemmie che il tacere è bello, diceva Dante.


In questo frangente è proprio il caso di dirlo: per fortuna è arrivato il freddo, e così i frati dell’abbazia sono costretti a tenere le finestre chiuse. Ma questa estate è stata dura. E comunque anche con il freddo, qualche volta, bisogna pur dare aria ai locali. E allora ecco scoppiettare, ai danni dei loro poveri timpani, rosari di tutt’altra natura: le «esclamazioni» che a volte scoccherebbero dal vicino bar «La Bestemadora». L’insegna non c’è, ma solo una targhetta interna che, tra storia e tradizione, forse vorrebbe anche celebrare l’antico clima dei bar veneti: tra un bianchetto e una scopa all’asso, avevano come cornice staffilate di imprecazioni della più varia natura e fantasia.


Ma quella «Bestemadora» avrebbe soprattutto un intento celebrativo di una salitella lì vicino o roba del genere. Sta di fatto che dalla scorsa primavera si dice «Andiamo alla Bestemadora», un nome che soprattutto nei passati mesi estivi avrebbe galvanizzato i tavoli esterni del bar. Meno i timpani dei vicini, frati compresi.


L’abate, ieri, giaceva a letto con il febbrone, ma dicono che non l’abbia presa benissimo. E infatti uno dei suoi frati confessa: «Alcuni paesani ci hanno segnalato subito la cosa. Cosa dire? Pare una cattiveria contro di noi, quel nome. Cosa fare? Non ci resta che chiedere l’intervento del sindaco». Il quale, all’anagrafe Renzo Tonin, allarga le braccia: «Premesso che le bestemmie sono sgradite in qualsiasi luogo, parlerò con il titolare del bar».

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