Sanità, chiusi i conti: 60 milioni di debito

E il Tesoro autorizza il ripiano in 25 anni del miliardo di passivo accumulato dalle Usl
 
VENEZIA.
Cala il sipario sui conti della sanità veneta. Dopo sette mesi di schermaglie - scanditi da balletti di cifre, denunce allarmate e rimpalli di responsabilità - l'arrivo della quarta relazione trimestrale di Usl, aziende ospedaliere e Iov, fotografa con nitidezza l'ammontare complessivo del debito accumulato nel 2110: si tratta di 60 milioni di euro (contro i 96 nell'anno precedente) a fronte di un bilancio regionale superiore agli 8,30 miliardi.  Un'inezia verrebbe da dire, tanto più che si tratta del passivo più modesto dell'ultimo decennio, frutto di sette mesi di tagli e risparmi architettati dal top manager Domenico Mantoan e attuati, con discreto spirito collaborativo, dai direttori generali.  Ma l'entità modesta del passivo non pone il welfare del Veneto al riparo dal commissariamento. Il Patto per la Salute, sottoscritto da Governo e Regioni, impone il pareggio di bilancio e non ammette deroghe. Il copione, perciò, è già scandito: il 7 aprile (data concordata con il "Tavolo Massicci", ovvero la cabina di regia del Tesoro) il conto economico sarà inviato al ministero di Tremonti e il giorno successivo - puntuale come una cambiale in scadenza - a Palazzo Balbi giungerà una lettera di sollecito della Presidenza del Consiglio al governatore Luca Zaia, invitato a definire entro il 30 aprile tempi e modalità di rientro dal disavanzo.  Se Zaia - come ormai sembra scontato - rifiuterà di ripianare i conti con risorse regionali, dal primo maggio il Governo lo nominerà commissario ad acta, dotandolo di poteri in deroga con l'esclusivo compito di conseguire il pareggio di bilancio.  Il commissariamento comporterà due automatismi: la reintroduzione dell'addizionale Irpef abrogata un anno fa da Galan, che sarà elevata al tetto massimo del 9 per mille ed estesa a tutti i redditi; e la decadenza dall'incarico (con facoltà di revoca o conferma affidata al governatore) dei direttori generali, amministrativi e sanitari delle aziende. Quanto durerà l'inasprimento fiscale? Sarà Palazzo Balbi a deciderlo, calibrando i tempi del piano di rientro. Attenzione: a debito sanato, difficilmente l'addizionale sparirà; al più, sarà attenuata. Il motivo è presto detto: in tempi di tagli e sacrifici, la gabella garantirà agli amministratori risorse suppletive nell'ordine di 120-130 milioni annui. Se non è un tesoretto, poco di manca.  L'alternativa alla deriva commissariale - che in passato Luca Zaia ha additato come cartina di tornasole del malgoverno della sanità sudista... - consiste in un avvio immediato e preventivo della stessa addizionale, capace di garantire la copertura del disavanzo. Il governatore sarebbe favorevole, non così l'alleato Pdl. Improbabile, visti i tempi stretti e le recenti divergenze esplose nel voto contrapposto sul nucleare, che si raggiunga un'intesa.  Ma c'è un'altra novità sul fronte sanitario e non è di poco conto. Riguarda il miliardo (euro più, euro meno) di ammortamenti non coperti delle Usl venete: si tratta di un'esposizione finanziaria legata a investimenti, o meglio, ad acquisti rateali. Questa cifra, che grava sui bilanci, sarà colmata nell'arco di 15 anni a partire dal 2013. La proposta di "diluizione" in tal senso, avanzata dall'assessore Roberto Coletto e dal segretario Mantoan, è stata accolta dal ministro Tremonti. Una boccata d'ossigeno che gli interessati hanno accolto con soddisfazione.  

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso