San Marco e Scotter: la reazione dopo la frana del 2015

SAN VITO. La seggiovia San Marco di San Vito, chiusa per tutta l'estate per lavori, rappresenta un duro colpo per i gestori dei rifugi San Marco e Scotter Palatini, chiamati a fare i conti con un considerevole calo di presenze in quota.
A peggiorare ulteriormente la situazione c'è da registrare anche la chiusura della strada che dal piazzale punto di partenza della seggiovia permetteva, fino allo scorso anno, in poco meno di mezz'ora, di raggiungere in auto proprio il rifugio Scotter Palatini.
«È stato istituito un servizio navetta sostitutivo in grado di limitare i disagi ma è indubbio che il danno in termini di presenze a cui andiamo incontro questa estate è importante», commenta Edi Pompanin gestore del rifugio San Marco che torna indietro nel tempo rivivendo le fasi immediatamente successive alla frana che lo scorso mese di agosto ha messo in ginocchio San Vito: «Il rifugio San Marco non ha mai chiuso avendo altri punti d'accesso attraverso l'Alta Via, i nostri clienti sono persone avvezze alle quote elevate. Questo aspetto si è rivelato una fortuna nella sfortuna». Discorso ben diverso per lo Scotter Palatini che, alla luce dell'attuale situazione, ha deciso di posticipare la data d'apertura estiva di qualche giorno. L'attività rifugistica di San Vito rischia dunque di ritrovarsi in ginocchio anche se una mano potrebbe arrivare dal Marmarole Runde di cui Edi Pompanin è uno dei principali artefici: «Il giro delle Marmarole attira tanti turisti stranieri, soprattutto tedeschi. Per questo motivo abbiamo deciso quest'anno di lanciare un progetto di supporto logistico agli escursionisti che scelgono quest'area coinvolgendo tutti i rifugi del territorio». (dierre)
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