Elezioni regionali, Alberto Stefani riceve l’investitura del leader del Carroccio
L’investitura del leader del Carroccio alla festa di Oppeano: «Potrebbe essere il governatore più giovane d’Italia. Zaia? In campagna elettorale ci sarà il suo grande contributo»

«Il nome del nostro candidato ideale alla presidenza del Veneto? Ho qui di fianco a me – e si gira verso Alberto Stefani – uno dei sindaci più giovani, dei parlamentari più giovani. Mi pare che il governatore più giovane oggi sia quello dell’Emilia-Romagna che ha 40 anni. Noi abbiamo il segretario della potentissima Liga veneta che ha solo 32 anni. E spero che gli amici del centrodestra concordino con noi, perché quello che conta è l’unità della coalizione».
Mai era stato così esplicito, in pubblico, Matteo Salvini, nel candidare Alberto Stefani, suo vicesegretario federale, alla presidenza della Regione. Un’investitura in piena regola, e il segretario federale della Lega aggiunge di sperare che l’ufficializzazione possa arrivare «a breve, per me anche domani».
Ma naturalmente occorre il nulla osta di Giorgia Meloni e Antonio Tajani. Il vertice potrebbe tenersi mercoledì o giovedì a Roma. Aggiunge un’altra informazione importante, Salvini, al suo arrivo alla festa della Lega a Oppeano, Comune di diecimila abitanti nella Bassa Veronese, che dal 1996 ospita una delle kermesse più tradizionali e frequentate della Liga. L’informazione è che «in campagna elettorale ci sarà il contributo importante di Luca Zaia». Come capolista? «Io dico che Zaia ci sarà, in quale forma lo vedrete, quando presenteremo le liste vedrete che saranno di altissimo profilo, perché l’obiettivo della Lega è tornare a essere il primo partito in Veneto».
A dire il vero il Capitano continua a tenere aperta la possibilità anche di una lista Zaia, ma la sua praticabilità appare tutta in salita. Su Zaia Salvini aggiunge anche una postilla: «In futuro sarà importante non solo per i veneti», preconizzando un ruolo nazionale. Infine il tema caldo del momento, la cosiddetta “vannaccizzazione” del partito, lamentata anche dal presidente della Lombardia Attilio Fontana: «Vince la squadra – taglia corto Salvini rispondendo alle domande dei giornalisti –. Anzi, a questo proposito aggiungo che a giorni avremo la prima storica firma su un’Intesa per l’Autonomia differenziata. Il ministro Calderoli ha lavorato bene e siamo a un passo da questa svolta».
In attesa del pratone di Pontida, in programma il 21 settembre, la Lega riunisce sul “pratino” di Oppeano tutti i maggiorenti regionali, manca solo lui, il governatore. Per il resto ci sono fra gli altri Stefani, Bitonci, Ostellari, che prendono parola anche dal microfono sul palco, e ancora, fra gli altri, De Berti, Ciambetti, Villanova, Bizzotto, Lazzarini, l’europarlamentare Borchia, veronese, che fa gli onori di casa. Poi il popolo, a spanne sulle duemila persone, secondo l’organizzatore Alberto Montagnoli, ex consigliere regionale dal 2015 al 2020, oggi nel cda di Autobrennero e consigliere comunale a Oppeano, d’opposizione, perché qui l’ultima volta la Lega ha perso da una civica. «Comunque c’è molta più gente stasera che giovedì per Vannacci», mette le mani avanti Giuseppe Canova, trevigiano, consigliere federale del partito. La Lega non vuole sentire parlare di “vannaccizzazione”, «lui è pur sempre il nostro vicesegretario federale», sottolinea Montagnoli, Così come non vuole sentire parlare di cedere palazzo Balbi a chicchessia: «Questa è la richiesta del territorio», ribadiscono all’unisono Lazzarini e Bizzotto.
La “linea del Piave”, su cui Alberto Villanova rivendica un copyright. Visto però che l’ha detto anche De Carlo? «Bene, sono contento di fare proseliti», sorride sornione il capogruppo regionale.
Salsicce, lasagne al ragù d’anatra, risotto alla veneta, l’immancabile panino “onto”: come in ogni raduno che si rispetti, i militanti si rifocillano mentre i leader parlano dal palco. Un Salvini rilassato, in maglietta bianca solo un “cicinin” più casual della canotta bossiana, per prima cosa al suo arrivo alle 20.15 passa a salutare i volontari nelle cucine. Chiudono il saluto di Stefani, che parla soprattutto di sicurezza, e il comizio del segretario federale. A proposito, ormai è sicuro: si voterà il 23 novembre. —
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