Salvatore Turria, la «voce» dei Vigili del fuoco del Veneto va in pensione

La lettera aperta di commiato del capo della comunicazione: «Fare il Vigile del fuoco è più una missione che un lavoro, una scelta di altruismo e dedizione. Su di noi si può sempre contare in tutti i momenti»

Salvatore Turria, in pensione dai vigili del fuoco
Salvatore Turria, in pensione dai vigili del fuoco

Salvatore Turria va in pensione. Per anni ha gestito la comunicazione in emergenza Referente per le comunicazioni in emergenza della Direzione Interregionale dei Vigili del fuoco del Veneto e del Trentino Alto Adige. L’affettuoso messaggio che trovate – riportato integralmente qui sotto e inviato ai rappresentanti dei media – è un atto d’amore verso un mestiere e verso un corpo al quale tutti noi, come comunità, dobbiamo molto. Non è facile raccontare un impegno quotidiano che spesso sta a cavallo tra la vita e la morte. Quando salvi una vita umana, in qualche modo, hai allungato anche la tua. Quando non ce la fai, ogni volta che non ce la fai, si forma una cicatrice difficile da rimarginare, anche se ce l’hai messa tutta. E non creda, chi legge queste righe, che il distacco emotivo di chi si trova a gestire ogni sorta di emergenza sia una cosa facile. Così come non lo è, a volte, il nostro mestiere. 

Buon vento Salvatore

Un abbraccio ai nostri Vigili del fuoco

(p.c.)

La lettera aperta di commiato

Care tutte e cari tutti,

oggi, anche se solo per voi, la notizia sono io. Questo è infatti il mio ultimo giorno di servizio. Dopo 33 anni e mezzo, lascio l’attività operativa per raggiunti limiti di età.

Scrivo queste righe con emozione e gratitudine, per dirvi semplicemente: grazie. Grazie per la fiducia che mi avete accordato, a voi che ogni giorno raccontate la cronaca di ciò che accade nelle nostre città, spesso con i Vigili del fuoco in prima linea.

Negli ultimi 15 anni e oltre del mio percorso professionale, mi sono dedicato a tempo pieno proprio a questo: far conoscere e raccontare il nostro lavoro. Ho sempre cercato di farlo con sobrietà, senza orpelli, lasciando parlare i fatti. Tuttavia, oggi, per una volta, mi concedo qualche parola in più: fare il Vigile del fuoco è più una missione che un lavoro, una scelta di altruismo e dedizione. I Vigili del fuoco soccorrono sempre e comunque. Sono e rimangono una certezza della nostra società, su cui si può sempre contare in tutti i momenti.

Una menzione speciale la voglio riservare a Fabio Dattilo, già Capo del Corpo nazionale, che, da comandante di Vicenza nei primi anni Duemila, mi ha dato l’opportunità di formarmi e crescere nel campo della comunicazione. Un comandante lungimirante, che ha sempre colto l’importanza del “valore aggiunto” del raccontare. Perché, a volte, non basta fare le cose: bisogna anche saperle comunicare.

Grazie a questo incarico ho avuto il privilegio di incontrare molti di voi lungo la strada che spesso abbiamo percorso insieme, condividendo grandi e piccoli eventi, e avendo anche l’opportunità di costruire, oltre a rapporti di stima, vere amicizie.

Ringrazio i miei colleghi per il sostegno e la fiducia che non mi hanno mai fatto mancare, e i dirigenti che hanno creduto in me, permettendomi di lavorare con autonomia e responsabilità, nel rispetto delle regole.

Lascio con la giusta malinconia un lavoro che ho profondamente amato, in tutte le sue forme e in ogni ruolo che ho avuto l’onore di ricoprire.

Buon proseguimento e buona vita a tutti.

Salvatore

Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso