Il figlio dell’ex Rettore di Verona vince il concorso: esposto all'Anac

Un esposto all'Anac e una richiesta alla rettrice di Verona sono stati presentati da due associazioni che si occupano di tutela di specializzati e specializzandi contro la nomina di Riccardo Nocini, 33 anni, figlio dell'ex rettore scaligero

Nomina contestata all’Università di Verona
Nomina contestata all’Università di Verona

Un esposto all’Autorità nazionale anticorruzione (Anac) e una formale richiesta alla rettrice dell’Università di Verona sono stati presentati da due associazioni che tutelano specializzati e specializzandi universitari, in merito alla recente nomina di Riccardo Nocini, 33 anni, come professore ordinario di otorinolaringoiatria.

Le associazioni “Als-Fattore2a Ets” e “Bandiuniversità” sostengono che la procedura che ha portato alla nomina di Nocini sia stata caratterizzata da possibili favoritismi, sollevando dubbi sulla regolarità dell’iter concorsuale. Secondo quanto riportato dalla stampa locale, la nomina è avvenuta a seguito di un concorso al quale Nocini si era presentato da unico candidato.

Il documento 

Nel documento inviato alle autorità, le associazioni ricostruiscono il percorso accademico e amministrativo dell’ex rettore Pier Francesco Nocini, padre del neo-professore. Si fa riferimento, in particolare, alla costituzione nel 2015 del Dipartimento di Scienze Chirurgiche, Odontostomatologiche e Materno-Infantili (Discomi) e all’istituzione del Dipartimento di Ingegneria per la Medicina di Innovazione (Dimi), durante il mandato rettorale.

La “proposta di chiamata” per un professore ordinario riservata a esterni risale al 13 febbraio 2024, con la pubblicazione del bando alla fine del mandato dell’ex rettore. Riccardo Nocini, figlio del rettore, avrebbe partecipato e vinto il concorso come unico candidato. Secondo l’esposto, Nocini sarebbe stato precedentemente coinvolto in attività didattiche e formative legate al Discomi, circostanza che alimenterebbe i sospetti di conflitto di interessi.

Alla base della richiesta di sospensione della procedura e della segnalazione all’Anac vi sarebbe una presunta violazione della legge 240/2010, nota come riforma Gelmini, che vieta la partecipazione a selezioni universitarie a chi sia parente, fino al quarto grado, del Rettore o di docenti appartenenti al dipartimento che effettua la chiamata.

Le autorità universitarie e l’Anac dovranno ora valutare se sussistono elementi per avviare un’indagine sulla regolarità dell’intera procedura

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