La rettrice dice no alla mozione a sostegno della Sumud Flotilla
Mozione di solidarietà alla missione umanitaria Global Sumud Flotilla, colpita da droni prima della partenza verso Gaza. Gli studenti: «Grave scelta politica». La risposta: mancherebbe il tempo per discuterla in Senato accademico del Bo

Il Senato accademico del Bo non discuterà – non almeno nella seduta odierna – la mozione che avrebbe messo ai voti il sostegno dell’ateneo alla missione umanitaria e civile della Global Sumud Flotilla, recentemente colpita da droni mentre si preparava a partire per portare aiuti alla popolazione di Gaza, e tutt’ora in rotta verso la Palestina.
«Al momento la governance dell’ateneo sostiene che “non ci siano i tempi tecnici per discuterla”, ma è evidente – spiegano i promotori dell’Udu – che il suo inserimento all’ordine del giorno dipende anche e soprattutto da una scelta politica della rettrice, che come già successo in passato può aggiungere punti all’ordine del giorno anche in deroga alle tempistiche». Gli autori del documento sono i rappresentanti degli studenti dell’Udu, i componenti del personale tecnico-amministrativo e la rappresentante dei dottorandi che, come spiegano in una nota diffusa ieri, hanno proposto la mozione nei giorni scorsi, trasmettendola a senatori e senatrici sull’esempio di altre grandi università italiane, tra cui l’Alma mater di Bologna, l’Università di Pisa, la Federico II di Napoli e La Sapienza di Roma, già espressamente favorevoli all’iniziativa. Tentativo fallito.
I presupposti della mozione
La «Mozione di solidarietà alla Global Sumud Flotilla», com’è stata titolata, ricorda la missione istituzionale per cui l’università si riconosce nei «principi fondamentali della pace, della cooperazione internazionale, della libertà accademica e del rispetto dei diritti umani, in conformità alla Carta delle Nazioni unite e alla Dichiarazione universale dei diritti umani». E, ancora, che la Flotilla, promuove la solidarietà al popolo palestinese, «che il nostro ateneo ha già espresso in più occasioni, tramite azioni concrete quali la distribuzione di viveri e medicinali».
Nimis: «è necessario esporsi»
«Ci auguriamo che nella seduta di domani (oggi, ndr) l’università sappia trovare il coraggio di affrontare un fatto che non può restare taciuto: l’attacco violento e illegale contro la Flottilla e la missione che essa rappresenta» confidava ieri il senatore accademico dell’Udu Marco Nimis, che al consesso chiedeva di «cogliere l’occasione per assumersi la responsabilità di dare voce a chi, con mezzi pacifici, cerca di portare aiuto a una popolazione sotto assedio».
Bonomo: «Dibattito fondamentale»
Aprire uno spazio di riflessione e responsabilità collettiva. Su questo insiste Paola Bonomo, che in Senato accademico presiede il consiglio degli studenti e delle studentesse: «In un mondo che sembra aver normalizzato l’idea di attaccare violentemente una missione umanitaria, chiediamo all’università di non voltarsi dall’altra parte – rincara – Pensiamo che un dibattito serio e rispettoso su temi che riguardano vite umane e diritti fondamentali sia parte integrante del ruolo dell’università».
I firmatari: «grave irresponsabilità»
«Crediamo che il Senato debba saper dare un segnale di attenzione e sensibilità perché l’ateneo resti un luogo capace di guardare al mondo e interrogarsi sulle grandi questioni del nostro tempo», incalzano i proponenti della mozione al palo, ferma nell’anticamera della prima seduta dell’anno del Senato accademico. «Se ciò non dovesse accadere – concludono – sarebbe un segnale grave di irresponsabilità e incoerenza: nei confronti di ciò che sta avvenendo, delle altre università che hanno avuto il coraggio di esprimere solidarietà, e delle stesse responsabilità storiche del nostro ateneo». —
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