Regionali, Meloni chiuderà la campagna a Mestre: comizio in piazza con Salvini e Tajani

Fratelli d’Italia già al lavoro sul fronte delle Comunali di Venezia, con Speranzon o appoggiando l’assessore Venturini. La premier attesa per il 18 novembre, Urso nel mentre rilancia l’idea del nucleare pulito

Laura Berlinghieri
Il selfie di Giorgia Meloni, il 10 settembre 2022, in occasione del suo comizio in piazza Ferretto a Mestre, per la chiusura della campagna delle Politiche
Il selfie di Giorgia Meloni, il 10 settembre 2022, in occasione del suo comizio in piazza Ferretto a Mestre, per la chiusura della campagna delle Politiche

Martedì 18 novembre, Mestre, piazza Ferretto. Dovrebbero essere queste le coordinate dell’evento conclusivo della campagna elettorale del centrodestra.

Che, al contrario di quanto accaduto due settimane fa per la presentazione di Alberto Stefani al Gran Teatro Geox di Padova, vedrà finalmente la coalizione di maggioranza unita e presente, fin dai piani altissimi. E quindi ci sarà la premier Giorgia Meloni, con i suoi due vice Antonio Tajani e Matteo Salvini: tutti schierati.

Questa l’iniziativa, salvo sorprese: il piano B potrebbe essere la fiera di Vicenza. Ma la premier sembra del tutto intenzionata a tornare nella piazza dove, già tre anni fa, aveva concluso la sua parentesi veneta di campagna elettorale.

Ad annunciare l’appuntamento – ma solo il luogo e non la data – è stato ieri il vicecapogruppo di FdI a palazzo Madama, Raffaele Speranzon, nel corso di un incontro, organizzato per raccontare i primi tre anni di governo Meloni e per presentare i candidati veneziani in Consiglio regionale, tra le fila meloniane.

Da Urso, va da sé, la celebrazione del lavoro dell’esecutivo, sui perni di Pil, spread e crisi aziendali risolte. E il riaccendersi di un tema che, nei mesi scorsi, era stato cavallo di battaglia del ministro: il ritorno del nucleare.

Con i reattori di quarta generazione, però, e da portare anche in Veneto. I tempi? «Una decina d’anni» dice Urso. A proposito: il governo Meloni celebrerà se stesso anche venerdì prossimo, al teatro Corso di Mestre; presenti, il responsabile organizzativo Giovanni Donzelli, i ministri Carlo Nordio, Adolfo Urso (in video collegamento) e, forse, Tommaso Foti; ma pure il candidato presidente per il Veneto, Alberto Stefani.

Ma il vero cuore di tutto, in questa fase pre-elettorale, resta comunque la politica. Anche fine a se stessa, è chiaro. Giochi di palazzo, accordi, scivolamenti da un partito a un altro. Gli esempi: l’approdo del leghista Luciano Sandonà in FdI, schierato a Padova; e pure di Tomas Piccinini, di Veneta Autonomia, tra i meloniani veronesi.

«È il giusto mix tra le persone che da anni militano nel nostro partito e i nuovi arrivi» commenta il coordinatore regionale Luca De Carlo. Anticipando la presentazione di Laura Besio, coordinatrice provinciale di Coraggio Italia, fresca di tesseramento con FdI, partito con cui si candiderà alle regionali, in ticket con Matteo Baldan, a lungo collaboratore di Speranzon.

Si dice che, per le amministrative in laguna, l’accordo preveda questo: adesso, tramite la candidatura di Besio, il sostegno di Coraggio Italia a FdI; e poi, ai primi di giugno, la disponibilità dei meloniani ad accogliere la candidatura di Simone Venturini, braccio destro di Luigi Brugnaro, per Ca’ Farsetti.

«In questi anni, Fratelli d’Italia ha dimostrato di essere un partito che sa accogliere figure di diverso tipo. E Venturini sicuramente è una persona autorevole» ammette Speranzon, pur non tirandosi del tutto fuori dalla partita: «Immagino che avrò voce in capitolo. E poi – detto che fare il sindaco significa assumersi delle grandi responsabilità, e quindi non è esattamente un ruolo “attrattivo” – non escludo per il futuro un mio impegno in ambito amministrativo per la mia città». Ma il gioco delle probabilità è comunque a favore del 38enne, moderato assessore veneziano di Marghera.

«Fino a dicembre ci occuperemo dei ruoli in Regione. Poi, dopo Natale, parleremo di amministrative. Immagino che il nome del candidato sarà annunciato già tra gennaio e febbraio; perché, bisogna ammetterlo, quella di Venezia sarà una partita molto più difficile di quella della Regione. E un peso lo avrà sicuramente il risultato elettorale che i diversi partiti di centrodestra otterranno, nel territorio veneziano, durante le prossime regionali» concede Speranzon.

Come dire: nonostante gli accordi raggiunti in fase di trattative per le regionali, in realtà i giochi sono ancora aperti. E quindi staremo a vedere.

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