Quando suonavano i BarracudaL'amarcord della musica trevigiana

Corrado Panizzo ex Group '66 ha raccolto foto e ricordi sull'età d'oro dei complessi musicali
Quando non c'erano le discotece, ma le sale da ballo; quando non c'erano i microfoni ma i megafoni, quando andavano di moda tango e swing e non c'era ancora Mtv. E' uscito da poco «La musica a Treviso 1940-80» (edizioni Castello d'Amore, 25,00 euro), libro che ripercorre la storia dei complessi musicali trevigiani fino all'avvento di punk e new wave, e che rappresenta il lavoro più importante della casa editrice diretta da Francesco Zanardo: le prime copie sono andate a ruba nel giro di pochi giorni. Ad immortalare 40 anni di musica trevigiana è uno dei protagonisti dell'epoca, Corrado Panizzo, che ha impiegato ben 4 anni per portare a termine la sua ricerca. «Ho contattato diversi musicisti ancora viventi - spiega Panizzo, ex chitarrista del Group '66 - Alcuni hanno oltre 80 anni, ma anche una memoria ben funzionante. All'inizio l'idea era quella di lavorare con altre persone, che poi si sono perse per strada, perché non credevano in questo progetto. Io invece ho insistito, anche se in certi momenti credevo di mollare, cercavo uno sponsor e non lo trovavo». Il risultato sono oltre 200 pagine ricche di fotografie, aneddoti, monografie degli artisti più importanti (da Paolo Steffan a Tolo Marton), locandine e manifesti.


«Si tratta di una ricerca storica, il grosso va dal dopoguerra agli anni '70 - commenta Panizzo - All'epoca non c'erano i concerti come sono intesi oggi: i complessi si esibivano nelle sale da ballo, suonando la musica che andava di moda e che conoscevano grazie alla radio e Sanremo. Spesso era musica proveniente da oltreoceano: nel 1958-59, ad esempio, arrivavano il rock di Elvis Presley, il beat, il ritm'n'blues». Panizzo cita i locali più in voga negli anni '50 e '60, ricordandone anche le peculiarità: «A Treviso, ci si trovava alla Sala Altinia, al bar Borsa, in piazza dei Signori dove attualmente c'è il ristorante da Pino, mentre d'estate si andava al Boschetto, all'ex De Longhi. Il pomeriggio, dalle 15 alle 19, era riservato ai giovani, e suonavamo rock e twist. C'era una pausa, e poi dalle 20 alle 24 suonavamo liscio, samba, valzer e cha cha cha, per un pubblico più adulto». Diverse le «chicche» rievocate nel libro: «Ho trovato diverse foto storiche - afferma Panizzo - Ci sono le prime orchestre del 1938-39: i loro componenti avevano la divisa nera, il farfallino, il megafono perché non esistevano impianti di amplificazione, e strumenti esclusivamente a fiato.


Della vecchia guardia facevano parte i maestri Coppola, Fermi e Kirckmayr, che tra 1940 e primi anni '60 suonavano al Teatro Comunale e nelle manifestazioni più importanti. Suonavano musica americana: Coppola aveva un fratello in America, che gli passava tutte le novità di swing, tango e valzer. Poi negli anni '60 sono nate varie orchestrine, che sceglievano i nomi più disparati: c'erano i Barracuda, i Gabbiani, Le Impressioni, io facevo parte del Grop '66». Tra le band citate da Corrado Panizzo figurano anche i Capsicum Red, gruppo in cui esordì Red Canzian. E proprio all'attuale bassista dei Pooh è affidata la postfazione del libro. «Sfogliando il libro, si torna indietro con gli anni - conclude Panizzo - Dagli anni '80, con l'arrivo dei dj, il complesso non serviva più. Ora, per quanto riguarda la musica dal vivo, i gruppi sono specializzati in un solo genere, o nell'eseguire cover. Noi facevamo un po' di tutto».

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