Presa a sassate l'auto di Lettieri

Sabato pomeriggio l’irruzione di una ventina di ultras nella sede del Treviso calcio, allo stadio, e l’aggressione ai danni dei tre dirigenti napoletani della società. Nella notte un secondo raid: ignoti hanno infranto il parabrezza dell’automobile del direttore generale Simone Lettieri. Il fuoristrada, una Range Rover, era parcheggiato nel cortile di casa. Il manager ha denunciato il fatto ai carabinieri. Clima tesissimo attorno alla società e alla squadra che oggi giocherà il posticipo di serie B contro il Grosseto. Intanto i carabinieri hanno acquisito le immagini riprese dalle telecamere allo stadio per procedere all’identificazione degli assalitori di sabato.
Pucci San Biagio atti vanadalici auto dirigenti treviso calcio in foto auto dannegiata agenzia fotografica foto film
Pucci San Biagio atti vanadalici auto dirigenti treviso calcio in foto auto dannegiata agenzia fotografica foto film
Due sassate contro l’auto di Simone Lettieri, dirigente del Treviso calcio. La prima a sfondare il parabrezza, la seconda a distruggere uno dei finestrini laterali. Un raid vandalico senza firma, avvenuto a poche ore di distanza dall’aggressione dei tifosi ultrà a Gerardo Schettino e allo stesso Lettieri. Attacco a viso coperto, che potrebbe essere stato ripreso dalle telecamere. I carabinieri hanno acquisito tutti i video.


Sabato pomeriggio al grido di «mafiosi» e «il Treviso in mano ai trevigiani» un gruppo di venti ultrà biancocelesti con il volto coperto da sciarpe e berretti ha fatto irruzione nella sede del Treviso calcio all’interno dello stadio Tenni aggredendo il direttore amministrativo della società Gerardo Schettino e Simone Lettieri rappresentante italiano dell’argentina Berlet spa. Ieri notte, dopo la paura e le botte, uno dei due dirigenti è tornato nel mirino.


La sua auto, parcheggiata davanti alla casa di Santa Maria del Rovere, è stata colpita da due pietre, da vicino. Due colpi che, oltre ai danni materiali, hanno avuto ripercussioni pesantissime nel quadro delle intimidazioni rivolte ai nuovi dirigenti della società. Difficile infatti non collegare le sassate a quanto avvenuto solo poche ore prima, alle 17,20, quando Lettieri e Schettino si sono trovati soli a fronteggiare i venti ultrà che avevano fatto irruzione negli uffici. L’ipotesi è presa in seria considerazione dai carabinieri che ieri, dopo quanto avvenuto, hanno inserito la casa del dirigente nel quadro degli obiettivi sensibili sottoponendola a «sorveglianza particolare».


Le indagini, coordinate dal capitano Claudio Papagno, proseguono a ritmo serrato passando al setaccio tutti gli ambienti vicini all’estrema destra trevigiana e alla compagine ultrà. Ieri, i carabinieri hanno acquisito tutti i video registrati dal sistema di videosorveglianza interna alla sede della società ma anche quelli registrati dalle telecamere sparse nel territorio cittadino. Quelle poste nelle vicinanze dello stadio, ma anche quelle del centro città. Si cerca di trovare l’incastro tra profili, abiti, stazza e luoghi, orari. Obiettivo è infatti scoprire inquadrati in uno o più fotogrammi i volti dei membri del commando ultrà che ha malmenato i dirigenti e l’addetto stampa Marco Lucchese che sabato sera sono rimasti per ore nella caserma dei carabinieri in via Cornarotta tentando di ricostruire quanto visto.


I dirigenti della «Berlet spa» erano stati contestati più volte anche durante le ultime partite, ma nonostante la situazione (economica e di classifica) si fosse aggravata, nulla lasciava ipotizzare una reazione così violenta da parte della tifoseria. E tantomeno che questa potesse sfidare anche lo stato d’allerta dei carabinieri arrivando a colpire sotto casa gli imprenditori.


Due persone, stando a quanto trapela, sarebbero già state identificate, ma all’appello mancano ancora gli altri. Capire se l’autore del raid vandalico contro la macchina di Lettieri sia poi opera di uno di loro, o di un esterno, sarà compito difficile. Le sassate contro il Grand Cherokee sono arrivate in piena notte, quando l’autore del gesto era sicuro di non essere visto o udito da nessuno. Lettieri ha scoperto il danno solo ieri mattina e non ha potuto far altro che comunicarlo ai carabinieri e sporgere una nuova denuncia.


Per il Treviso Calcio è stata un’altra bastonata. Un nuovo, gravissimo campanello d’allarme che allarga i contorni di uno stato di tensione palpabile. Setten sabato pomeriggio si è detto «profondamente amareggiato» ma ora la vicenda sta assumendo connotati molto preoccupanti.

Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso