Premio di 120 euro per chi non si ammala

Accordo sindacale in «stile Brunetta» alla Owen Illinois di San Polo di Piave, una delle 12 unità produttive in Italia della multinazionale statunitense che produce vetro per bottiglie: centoventi euro di premio per chi non sta mai a casa in malattia.
20050120 ROMA - CRO - INFLUENZA - Una donna a letto colpita dall'influenza con una borsa dell'acqua calda in testa e sciroppo sul comodino. Claudio Peri ANSA / RED
20050120 ROMA - CRO - INFLUENZA - Una donna a letto colpita dall'influenza con una borsa dell'acqua calda in testa e sciroppo sul comodino. Claudio Peri ANSA / RED
Centoventi euro per chi non sta mai a casa in malattia: anche la fabbrica lancia il «premio fedeltà». Succede alla Owen Illinois (ex Avir) di San Polo di Piave. Un accordo aziendale raggiunto con le organizzazioni sindacali prevede una «classifica a punti» che conta le presenze al lavoro, con un bonus particolare: chi non sta mai a casa raddoppia da 120 a 240 euro.


 Alla Owen Illinois di San Polo di Piave, una delle 12 unità produttive in Italia della multinazionale statunitense, lavorano il vetro per fare bottiglie. Una fabbrica normale, in buona salute, «anche se la crisi la sentiamo un po’ anche qui», dicono. Le idee, però, non mancano. Come questi premi anti-assenteismo.


 
Raccolta punti.
E’ una vera e propria raccolta punti: uno per ogni giorno di presenza, due per ogni giorno lavorato “extra” (per esempio il sabato, o saltando un giorno di riposo). Ma ci sono anche i “malus”: tre punti in meno per ogni giorno di malattia. Alla fine, con cadenza trimestrale, si fa la conta e si va all’incasso, moltiplicando il risultato per cinquanta centesimi. Esempio normale: venti giorni lavorati in un mese, totale venti punti, dieci euro in tasca. E qui scatta il “trucco” per disincentivare l’assenteismo: a fine anno chi non ha giorni di malattia raddoppia, e quei 120 euro “normali” diventano 240. Ma se un lavoratore ha quaranta di febbre per un giorno e sta a casa, ciò gli costa 120 euro? «No - spiega Giancarlo Cadamuro, responsabile del personale - perché c’è una sorta di “franchigia” per una malattia, sia essa di un giorno o di un periodo lungo, ma unico. Se un lavoratore sta a casa una settimana in un anno con l’influenza, quella non si conta. Si conta dalla seconda». Ma perché questa idea? E’ come un sistema-Brunetta anti fannulloni fatto in casa. «In effetti un po’ è così - dice Cadamuro - ma non nasce a causa di picchi di assenteismo, anzi: questa fabbrica, tra quelle del gruppo, è quella con meno assenze, sotto il tre per cento rispetto ai giorni lavorati. E’ una cosa innovativa per cercare di migliorare ancora».

 Anche i sindacati sono d’accordo perché «in fondo per i lavoratori c’è la possibilità di guadagnare qualcosina in più», come dice Angelo Favaretto, rsu Cgil. Il premio-presenze, in vigore a partire dal primo novembre di quest’anno, è stato inserito in un accordo integrativo aziendale che prevede anche un premio produzione legato agli obiettivi che può arrivare fino a 450 euro lordi al mese.


 
Benzina anti-infortuni.
Ma quella del Brunetta-fai-da-te non è la sola innovazione all’interno dell’azienda di San Polo. L’integrativo prevede un altro incentivo, questa volta legato alla sicurezza sul lavoro. «Abbiamo diviso i dipendenti in cinque squadre - spiega Cadamuro - e quelle che in cinque mesi non avranno alcun infortunio riceveranno un bonus benzina da venti euro per ciascun lavoratore. Anche in questo caso non si è trattato di fronteggiare un problema specifico, bensì della volontà di tenere alta l’attenzione su un tema importante come quello degli infortuni sul lavoro».

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