Bimbi dell’asilo pregano in moschea, il Ministero avvia accertamenti: esplode il caso politico

Dopo la preghiera per la pace con l’imam da parte dei bambini della scuola dell’infanzia di Ponte della Priula, il Ministero dell’Istruzione chiede chiarimenti sull’attività svolta

Diego Bortolotto
Un momento della preghiera dei bambini all’interno della moschea gestita da Emanet a Susegana
Un momento della preghiera dei bambini all’interno della moschea gestita da Emanet a Susegana

Il Ministero dell’Istruzione dispone accertamenti sulla visita della scuola dell’infanzia paritaria di Ponte della Priula nella moschea di Susegana e sulla preghiera insieme all’imam.

«Su incarico degli uffici centrali del Ministero dell’Istruzione e del Merito», recita una nota dell’Ufficio scolastico regionale, «l’Usr per il Veneto ha avviato gli opportuni approfondimenti, tesi in particolare a verificare se siano state rispettate, tra l’altro, le norme sulla parità scolastica. Si ricorda che anche per questa istituzione, come per tutte le scuole statali e paritarie, vigono le regole dell’autonomia scolastica, da cui discende la necessità di dotarsi del proprio progetto educativo, specifico, autonomo e condiviso con le famiglie.

Il progetto 

A questo progetto educativo le insegnanti e il coordinatore scolastico devono attenersi». Intanto si apprende che in asilo il segno della croce viene fatto anche dai bimbi mussulmani prima dei pasti, come viene recitata le preghiera insieme per le festività cristiane. Insomma, se si parla di reciprocità, è garantita.

A chiarire la posizione della scuola materna Santa Maria delle Vittorie è la coordinatrice Stefania Bazzo. «La scuola, che è una paritaria parrocchiale di ispirazione cristiana» premette, «è molto attenta nei confronti della molteplicità culturale e religiosa che caratterizza il nostro territorio». La stessa direttrice ha fatto sapere che i bambini islamici fanno il segno della croce prima di mangiare e dicono le preghiere per le feste.

«Questa sensibilità», aggiunge la coordinatrice, «vede protagonisti i bambini, le famiglie e tutta la comunità educante e si fonda sul rispetto della multiculturalità che caratterizza il tessuto sociale, senza penalizzare la nostra tradizione ma valorizzando il bene che nasce dall’incontro tra nazionalità e culture diverse».

Gli accertamenti e le reazioni  

Nel frattempo la gita al centro culturale Emanet e la preghiera dei bambini per la pace con l’imam continua a suscitare sentimenti contrastanti. L’europarlamentare leghista Anna Maria Cisint, ha annunciato che chiederà accertamenti.

«Scriverò al sindaco e all’Ufficio scolastico: voglio sapere chi ha autorizzato questa follia e pretendere un controllo immediato su quella moschea», afferma l’eurodeputata.

Da sindaca di Monfalcone aveva fatto crociate contro il velo e la preghiera nei centri culturali islamici. «Vogliono togliere i crocifissi e l’ora di Religione per indottrinarci all’Islam?», dice ancora Cisint. «Il sospetto è più che lecito dopo l’ennesima scena di sottomissione ideologica in una scuola dell’infanzia a Ponte della Priula.

E il peggio è l’atteggiamento del corpo docente, che ha permesso tutto ciò: chissà se hanno avuto il coraggio di chiedere all’Imam perché le donne debbano portare il velo integrale o sposarsi in tenera età. Da madre e da cattolica, se fossi un genitore di quell’istituto, ritirerei immediatamente mio figlio».

Sul caso interviene anche Fratelli d’Italia Conegliano. «Se un asilo parrocchiale cattolico porta dei bambini a pregare prostrati verso la Mecca, non si tratta di un viaggio d’istruzione, ma di distruzione della nostra identità religiosa e culturale», dichiara il presidente del circolo, Ezio Da Re.

«La visita alla moschea non è stata un momento di preghiera, ma un’occasione di conoscenza», recita una nota di Rifondazione Comunista, «un’opportunità per i bambini di entrare in contatto con una cultura importante come quella islamica, presente e viva nel nostro territorio. Nessuna arruolamento, consigliere. Solo educazione, quella vera, che non alza muri ma costruisce ponti».

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