Pizzeria in campo per i disabili
Per una sera assunti tre camerieri down nella pizzeria Sant’Agostino, dove una bambina down a cena con i genitore era stata insultata da un cliente

Treviso. Tre ragazzi con sindrome di down lavoreranno per una sera tra i tavoli della pizzeria Sant’Agostino. L’iniziativa, sostenuta anche dal Comune di Treviso, vuole cancellare il gravissimo fatto di cronaca che aveva visto protagonista una bimba down, insultata da un cliente della stessa pizzeria e costretta per questo ad andarsene. «Vogliamo provare a cancellare questa macchia», spiegano i titolari del ristorante in via Sant’Agostino.
L’iniziativa, che verrà presentata questa mattina, ha l’obiettivo di valorizzare l’inserimento lavorativo di ragazzi con sindrome di down. E’ realizzata dai gestori della pizzeria Sant’Agostino in collaborazione con l’assessorato ai Servizi sociali del Comune di Asti e l’associazione «Albergo etico». A poco più di due mesi di distanza dagli insulti pronunciati da un cliente della pizzeria nei confronti di una ragazzina affetta da sindrome di down, parte questa raccolta di fondi in favore del progetto «Albergo etico», per iniziativa dell’associazione Hastawelcome.
Dunque per una serata tre ragazzi affetti da sindrome di down lavoreranno alla pizzeria Sant’Agostino. Uno verrà messo in sala a seguire la clientela, un altro prenderà posto dietro il bancone del ristorante e il terzo promuoverà l’iniziativa tra gli avventori, in modo da tale da raccogliere fondi a favore di «Albergo etico». «E’ la nostra risposta a quanto è accaduto un paio di mesi fa nel nostro ristorante», spiega il titolare, Catello Villani, che ha tenuto i contatti con l’associazione. L’incontro di questa mattina è promosso anche dal Comune di Treviso. Mauro Michielon, assessore ai Servizi sociali, sottolinea l’importanza di questa iniziativa. «La nostra è una città accogliente - spiega il leghista - quanto è accaduto in passato non rappresenta lo spirito dei trevigiani».
«Albergo etico» è un’iniziativa estremamente particolare: lo staff sarà infatti interamente composto da ragazzi down e disabili. Con un sottile gioco di parole il progetto si chiama «Download». «Il termine - ha spiegato il coordinatore di Hastawelcome, Andrea Cerrato - indica l’operazione in cui un utente di rete può scaricare una risorsa disponibile e utile. E’ lo stesso principio dei promotori dell’albergo etico: creare una struttura alberghiera che permetta a un ragazzo disabile di diventare una risorsa nel mondo del lavoro». E, come principale tappa di questa raccolta fondi, l’associazione ha scelto proprio Treviso, città dove un paio di mesi fa è accaduto il grave caso di discriminazione.
«Quando si hanno dei figli mongoli, è meglio restarsene a casa», aveva detto ad alta voce un cliente della pizzeria, riferendosi ad una coppia che era al tavolo vicino, insieme a quattro bambine dai 3 ai 9 anni. Una di queste bimbe era portatrice d’handicap. Il padre aveva quindi scritto, indignato, una lettera alla Tribuna. «Non importa se quelle parole le ha dette “sapendo” oppure no. A quel punto, ce ne siamo andati dopo aver detto a voce alta che purtroppo ci sono persone infastidite dai bambini. Spero che, con l’acculturarsi progressivo della gente, di questi individui ne rimangano ancora pochi in circolazione. Spero possano riflettere sulle loro miserie e su come migliorarsi, in tempo per dare ai figli dei valori che non li costringano alla paura, alla diffidenza, al deserto. Siamo usciti e, come sempre, ho abbracciato forte la mia figlia più grande. A me conclude il suo handicap riempie il cuore».
A due mesi di distanza da questo episodio, Treviso vuole quindi trasformarsi in città della solidarietà, aiutando a trovare fondi e soluzioni utili per l’inserimento delle persone affette da sindrome di down nel mondo del lavoro.
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