Ombralonga, mille irriducibili

Mille gli irriducibili arrivati a Treviso per l’Ombralonga «clandestina». Fra gli episodi, solite risse, una ragazza in coma etilico e un vigile pestato
Mille gli irriducibili arrivati ieri a Treviso per l’Ombralonga «clandestina». Questo il numero secondo gli organizzatori di «Veneto tra terra e cielo», manifestazione sostitutiva della «kemesse etilica» bandita dalla città, i cui fan hanno però affollato il centro fin dal mattino in cerca di un’ «ombra».


Sono lontani i 70.000 partecipanti raggiunti negli anni passati. Ma oltre alle macchine e ai treni, anche quest’anno non sono mancate le corriere piene di fan dell’Ombralonga. In 52 sono arrivati con un bus da Vicenza, 40 da Bologna, 30 da Modena. Alcuni esempi di come, nonostante l’out out da parte di amministrazione e forze dell’ordine, gli irriducibili non abbiamo mollato l’osso.


Complice la rete, le mail, Facebook. Comunicazioni informali via etere che hanno permesso un’auto-organizzazione da parte di centinaia di giovani confluiti fino al pomeriggio nel centro di Treviso. Ad accoglierli Gentilini, fan sfegatato dell’Ombralonga, oltre a bar e osterie. «L’unica differenza con l’anno passato è che adesso si beve dentro i locali e non più fuori» racconta Fabrizio, organizzatore del gruppo bolognese vestito con la pettorina ufficiale dell’Ombralonga 2003. «Ce le hanno consegnate questa mattina gli ex organizzatori - affermano altri giovani che alle 13 scaldano i motori ai Soffioni - è dal 2002 che veniamo. Quest’anno la città non è più ridotta a uno scempio però c’è molta meno gente, pochi i non trevigiani».


Non è mancato il ricorso alle ambulanze. Il bilancio della manifestazione clandestina parla di una ragazza soccorsa in Pescheria e ricoverata in ospedale, arrivata a sfiorare il coma etilico mentre ci sono state tensioni in piazza Rinaldi e una rissa serale in piazzetta Dolfin davanti al Due Piani con 10 persone coinvolte, poi identificate dalla polizia. L’episodio più grave si segnala in Pescheria con un vigile colpito al volto dal pugno di un briaco: l’agente è ricorso alle cure dell’ospedale. «Non è più la stessa festa ma noi non ci fermiamo», dicono un po’ delusi alcuni ragazzi da Padova, seguiti a ruota da una decina di parmensi.


Dentro le mura i controlli sono infatti serrati, coordinati dal comandante dei vigili Federica Franzoso, che dichiara: «Abbiamo finalmente voltato pagina, i messaggi lanciati nei mesi scorsi per dissuadere quanti volevano venire a bere hanno avuto il loro effetto». Alle imboccature della città c’erano invece pattuglie miste vigili e polizia che, muniti di alcol-test, hanno effettuato decine di controlli. A mancare quest’anno è però l’ordinanza che impediva la vendita di bottiglie di vetro. Tanti i ragazzi sparsi nelle vie con le mani cariche di vino. «Siamo noi che dobbiamo negargliele - dice Fabio Tambarotto di Muscolìs - l’amministrazione doveva pensarci prima». A chiudere le serrande anzitempo sono i gestori dell’osteria ai Nanetti: «E’ pieno di ombralonghisti, ci tocca chiudere: per partecipare ci doveva essere un’organizzazione e un’iscrizione ufficiali».

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