Il nuovo tecnico presidente di Arera: ecco i dossier che dovrà affrontare
Nicola Dell’Acqua, veronese e con anni di esperienza in ruoli governativi e regionali, guida Arera. L’incarico di sette anni lo mette al centro di sfide cruciali su tariffe energetiche, concessioni idroelettriche e gestione delle risorse idriche. Tutti i dossier sul tavolo

Un super tecnico veneto alla guida di Arera, l’Autorità di regolazione per energia, reti, ambiente. E né “super tecnico” né “veneto” sono aggettivi di maniera per Nicola Dell’Acqua, il sessantenne veronese, sul quale è ricaduta la preferenza del Consiglio dei ministri. Le espressioni “uomo dello Stato” e “tecnico puro” sono quelle più gettonate da chi lo conosce. E “legato al territorio”, a quanto pare, è tutt’altro che un corollario.
Dell’Acqua lavora con il governo dal 2008 quando fu nominato dal Consiglio dei ministri capo missione per l’emergenza rifiuti in Campania. Poi, negli anni, a conti fatti si è occupato di tutti quei temi che anche in forme diverse ricadono sotto la competenza di Arera. Quindi acqua, energia, ambiente, rifiuti. Dal maggio 2023 è commissario straordinario nazionale per l’adozione di interventi urgenti connessi al fenomeno della scarsità idrica. Un incarico dal quale dovrà dimettersi ma durante il quale ha rappresentato per il Veneto un punto di riferimento sulla scorta (con spavento annesso) della crisi idrica del 2022.
Ora, dopo il passaggio in Consiglio dei ministri, Dell’Acqua dovrà presentarsi in audizione nelle commissioni di Camera e Senato. Infine, a suggellare l’inizio del nuovo lavoro, la firma del presidente della Repubblica. L’incarico durerà sette anni.
Da quanto emerge, nella scelta di Dell’Acqua è prevalso sulle sfumature partitiche il criterio di terzietà che fa di Arera un’autorità di garanzia. E che soprattutto dopo lo scoppio della guerra in Ucraina e le conseguenze sul mercato dell’energia, ha fatto di Arera un ente di peso e l’interlocutore privilegiato del governo sulla questione dei prezzi e delle tariffe. Il che, nell’ambito degli importanti dossier aperti sul tavolo, fa pensare che Dell’Acqua dovrà affrontare temi molto più che delicati. Il riassetto del sistema di distribuzione del gas naturale con un’idea portata avanti a livello ministeriale che di fatto restringerebbe la concorrenza, danneggiando così gli operatori economici partecipati dagli enti locali, da un lato.
E, dall’altro, il non meno importante affaire delle concessioni delle centrali idroelettriche. In queste partite Arera non entra direttamente, pur avendo la facoltà di ricorrere allo strumento della “raccomandazione” al governo, ma dovrà occuparsi delle conseguenze delle scelte compiute, ossia delle tariffe.
Perché, come affermato su queste pagine da Nicola Cecconato (presidente e ad di Ascopiave) «l’idea di ridurre il numero degli Ambiti territoriali ottimali, tagliando così il numero delle gare, impoverirebbe i Comuni e aumenterebbe le bollette dell’energia agli utenti». Quale sarà l’orientamento di Dell’Acqua sullo sfondo di questi scenari? Il fatto di essere molto legato al territorio e che per questo possa guardare con favore agli operatori più piccoli, appartiene al campo delle speculazioni.
Più concretamente per ora ci sono solo le indicazioni che arrivano dal modus operandi adottato nei precedenti incarichi. In sintesi: le tariffe si calcolano non da quando si apre il rubinetto dell’acqua ma calcolando il percorso dall’invaso all’erogazione. Ed è stato verosimilmente questa capacità di analisi complessa uno dei criteri che ha fatto pesare il piatto della bilancia a favore di Dell’Acqua. Il quale, da presidente di Arera, dovrà prendere con il collegio dell’Autorità decisioni che avranno delle ricadute concrete sul pubblico e sul privato.
Solidi radici nel territorio per il nuovo presidente di Arera. Si dice che Dell’Acqua, laurea in agraria all’Università di Bologna, a distanza di anni ricordi ancora dov’era il 12 maggio del 1985 quando l’Hellas Verona vinse il suo primo e unico scudetto. E nel Veronese e nel Veneto Dell’Acqua ha svolto incarichi la cui delicatezza va di pari passo con l’importanza degli stessi. Anche qui si va in ordine sparso: direttore generale di Arpa Veneto, componente della commissione di Valutazione di impatto ambientale della Regione, direttore di Area della tutela e sviluppo del territorio, commissario per l’emergenza Pfas. Incarichi che si sommano, senza sbavature, agli incarichi governativi.
Incarichi, ancora, che lo hanno visto lavorare con i governi di più colori politici. Al netto delle competenze di lui si dice che ama leggere oltre i temi legati alla sua professione. Uno degli ultimi volumi è “Il maestro e Margherita” di Michail Bulgakov. E questa capacità di allargare gli orizzonti forse parla di lui con la stessa efficacia del suo curriculum. —
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso








