Bagno di folla a Napoli per Isaac: la storia dell’autista di furgoni scambiato per Lukaku
Selfie e autografi per Dankwa, 40enne giocatore di basket di S. Zenone: «Dicevo che non ero io, ma non tutti ci credevano. Travolto dall’affetto»
Il fisico, la barba, il colore della pelle. La somiglianza è indubbia. Certo a scambiarlo per Lukaku ci vuole anche un pizzico di fantasia, o quanto meno un po’ di quell’emozione da tifoso che fa perdere lucidità di fronte ai propri idoli. Da anonimo - ci scuserà il diretto interessato - giocatore di basket di categorie inferiori, a campione di calcio.
È la storia Isaac Dankwa, autista di professione di San Zenone degli Ezzelini, che ha trascorso due giorni a Napoli a scattare selfie e firmare autografici, scambiato per Lukaku. A 40 anni, per un paio di giorni, è diventato un idolo di Napoli, dove si trovava per il Capodanno. In molti, mentre passeggiava tra via dei Tribunali e piazza Plebiscito, lo hanno scambiato per Big Rom, attaccante del Napoli di Antonio Conte, che sogna un nuovo scudetto, dopo quello del 2023.
Isaac ha dispensato una stretta di mano e un sorriso per tutti. E anche se ha rivelato subito la sua identità, i napoletani lo hanno preso così in simpatia da non credergli. E lui si è divertito a stare al gioco.
Le era mai capitato di essere scambiato per Lukaku?
«Mai a Napoli nei miei precedenti viaggi, e nemmeno in altre città. Qui la gente ama molto il calcio e in particolare Lukaku, sono stato travolto involontariamente dall’affetto per lui. Mi hanno fermato centinaia di persone. E io, divertito, ho sempre risposto che non ero Lukaku. Alcuni mi credevano, altri invece proprio no, pensavano che mentissi per non fermarmi».
Hanno insistito per avere un autografo e farsi dei selfie?
«Non solo. Qualcuno ha voluto offrirmi a tutti i costi da bere, anche quando rivelavo la mia vera identità. Questa situazione mi ha molto divertito. Nessuno però mi ha offerto la pizza…».
Come mai ha scelto di trascorrere il Capodanno a Napoli?
«Questa città mi piace tantissimo. Ci sono andato la prima volta qualche anno fa per il matrimonio di un mio amico. E quando posso vado da solo, come ho fatto anche l’ultima volta. Sto un paio di giorni e poi rientro nel trevigiano».
Qual è la zona che più le piace di Napoli?
«Frequento Napoli perché mi piace la gente. Ma ai monumenti preferisco il porto. Mi fa pensare a casa».
Di che paese è originario?
«Del Ghana. In Italia non sono arrivato per lavoro, ma proprio grazie alla pallacanestro, per meriti sportivi diciamo. Era il 2010 e hanno voluto tesserarmi quelli del Cittadella, squadra che all’epoca giocava in Serie C1. Così ho disputato tre stagioni in quella categoria. Poi sono emigrato per tre anni in Germania, sempre a giocare a basket. Alla fine sono rientrato in Italia e mi sono messo anche a lavorare. Ora gioco a pallacanestro con l’Attività Motorie La Torre, a Crespano del Grappa in Promozione, nel ruolo di ala grande e pivot».
Il calcio quindi la riguarda poco...
«Amo il basket, conto di giocare ancora e ancora».
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