My Air, Bernini indagato per bancarotta
My Air, inchiesta per bancarotta. La guardia di finanza ha compiuto una dozzina di perquisizioni, a partire dalla sede di Torri di Quartesolo della compagnia low cost nata dalle ceneri di Volare e presieduta dall’ex ministro ed ex presidente della Regione Veneto Carlo Bernini. È lui una delle otto persone indagate nell’ambito di un’inchiesta coordinata dal procuratore Ivano Nelson Salvarani. Fra gli altri, spiccano l’ex comandante delle Frecce Tricolori e a.d. di Volare, Vincenzo Soddu, e l’ex arbitro internazionale di calcio Luigi Agnolin.

CARLO BERNINI
«Preoccupato? Per nulla, è tutto alla luce del sole. Evidentemente qualcuno ha voluto approfittare della situazione, inzuppando il cornetto nel caffè». Il «doge» Carlo Berini, presidente di MyAir, si dice tranquillo. «Hanno voluto accertare eventuali distrazioni di denaro, ma le perquisizioni, hanno dato esito negativo. Non c’è nulla da nascondere, per questo sono tranquillo». Rispetto alle ipotesi di reato contestategli - bancarotta, ricorso abusivo al credito e omesso versamento di Iva e contributi previdenziali per 18 milioni dal 2006 in poi - l’ex presidente della Provincia di Treviso e della Regione Veneto, nonché ministro dei Trasporti nell’arco dei due governi Andreotti tra il 1989 e il 1992, non si scompone. «Ripeto, è tutto alla luce del sole. Non è stato trovato nulla e nulla si poteva trovare». Sulla situazione economica della compagnia aerea con sede a Torri di Quartesolo, Bernini spiega che «viviamo le difficoltà del momento che interessano tutti i vettori aerei e, in generale, il settore dei trasporti. Ma la compagnia è sana, l’esposizione debitoria è risicatissima. A quanto ammonta? Mi fa una domanda difficile, lei sa che io non mi occupo della gestione operativa della compagnia». Rispetto all’origine dell’indagine, l’ex ministro dei Trasporti spiega che «sull’arretrato Iva abbiamo raggiunto un accordo con il fisco per il progressivo pagamento di quanto dovuto. L’arretrato si è creato perché abbiamo preferito mantenere il rapporto di lavoro con i nostri 400 dipendenti. Altro non c’è, ed è per questo che francamente la cosa non mi preoccupa». Sul perché dell’indagine - la compagnia, in una nota, ha sottolineato come «avere debiti, in questo periodo, non è una vergogna» - il presidente di MyAir sottolinea: «È la domanda di queste ore. Assicureremo la massima collaborazione, ma qualcuno ha voluto inzuppare il cornetto...». Intorno alle 18, intanto, una nota della compagnia informava come «le cifre dovute sono inferiori a quelle riportate. Non sono mai stati nascosti dati e l’Iva è sempre stata dichiarata». MyAir - viene spiegato - ha da tempo chiesto il riscadenziamento degli importi dovuti, «senza ottenere mai una risposta». «Ci auguriamo - conclude la nota - di essere trattati allo stesso modo in cui sono state trattate altre compagnie nazionali».
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